​Maltrattamenti al figlio 14enne, sotto accusa una donna di 46 anni

Il tribunale di Macerata
CIVITANOVA - Umilia e denigra il figlio minorenne che le dice di voler andare a vivere con il papà, poi per rimproverare l’adolescente per presunte mancanze, gli tira...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

CIVITANOVA - Umilia e denigra il figlio minorenne che le dice di voler andare a vivere con il papà, poi per rimproverare l’adolescente per presunte mancanze, gli tira addosso il cibo e gli corre dietro con un coltello in mano. Mamma accusata di maltrattamenti in famiglia.

 

Secondo la difesa, che respinge gli addebiti, si tratterebbe di accuse infondate sorte nell’ambito di una separazione coniugale non semplice. A gennaio è stata fissata la discussione. Ieri mattina è finita all’attenzione del giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata, Giovanni Maria Manzoni e del pubblico ministero Vincenzo Carusi il processo a carico di una civitanovese di 46 anni. I fatti contestati sarebbero avvenuti a Civitanova fino ai primi giorni di maggio del 2019 quando, in base a quanto ricostruito dal pubblico ministero Stefania Ciccioli (titolare del fascicolo, ndr) la donna avrebbe picchiato e minacciato di morte il figlio 14enne. In alcune circostanze, ovvero se c’erano divergenze di opinioni sulla tipologia di abiti da indossare o su questioni che riguardavano la scuola, o ancora, se nascevano screzi tra il ragazzino e la sorella più piccola, la mamma sarebbe intervenuta con toni e modi esagerati come, appunto, corrergli dietro con un coltello in mano oppure nel caso più soft lanciandogli addosso del cibo. Le umiliazioni invece ci sarebbero state quando il 14enne esprimeva il desiderio di andare a vivere dal papà. Alla fine il ragazzino sprofondato in uno stato di profondo disagio e di malessere psicologico, era andato via di casa e si era trasferito a casa del papà. 


Per la difesa, sostenuta dall’avvocato Massimiliano Cingolani, tutta la vicenda andrebbe collocata nell’ambito di una separazione coniugale non semplice. Secondo la consulente di parte, la psicologa Roberta Vacondio che ha analizzato le dichiarazioni rese dal minore nel corso delle indagini in audizione al Tribunale dei minori di Ancona con la formula dell’incidente probatorio, il quattordicenne sarebbe inattendibile. Ieri mattina il legale della difesa Cingolani ha chiesto di procedere con rito abbreviato e l’udienza è stata rinviata al 12 gennaio del prossimo anno. Il papà del ragazzino, ieri, si è costituito parte civile con l’avvocato Giancarlo Savi.

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico