Tanfo persistente da un campo per colpa del fertilizzante-rifiuto. Il legale rappresentante di una ditta nei guai per frode in commercio

I carabinieri forestali durante i controlli
MACERATA - Fertilizzante regalato e senza costi di trasporto. I vicini chiamano i carabinieri forestali e i militari scoprono che nel prodotto c’è salmonella e un...

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MACERATA - Fertilizzante regalato e senza costi di trasporto. I vicini chiamano i carabinieri forestali e i militari scoprono che nel prodotto c’è salmonella e un basso contenuto di elementi utili. Di quel prodotto, che dunque è un rifiuto (non pericoloso) e non un fertilizzante, in provincia sono state sparse e interrate circa 884 tonnellate.

 

Il legale rappresentante dell’azienda produttrice, una ditta del nord Italia, è stato denunciato per frode in commercio.


La vicenda era venuta alla luce nelle scorse settimane quando dei cittadini hanno sentito un tanfo persistente provenire da un terreno agricolo in contrada Fonte San Giuliano e hanno chiamato i carabinieri. Sul posto sono intervenuti i militari forestali della Stazione di Abbadia di Fiastra che hanno effettuato controlli su come era stato sparso e interrato un prodotto impiegato come fertilizzante. Tecnicamente il prodotto era “gesso di defecazione da fanghi”, si tratta di un “correttivo” che proviene dal recupero di rifiuti costituiti da fanghi da depurazione e lavaggio, classificati non pericolosi dopo l’effettuazione di opportuni trattamenti fisico-chimici di inertizzazione che rendono il materiale idoneo all’impiego in agricoltura ed era stato fornito da un’azienda del nord Italia. Ma sin da subito un particolare ha destato sospetti negli investigatori, il prodotto era stato fornito all’azienda agricola proprietaria del terreno gratuitamente dalla ditta produttrice che si era accollata anche gli oneri di trasporto. Nel frattempo i carabinieri forestali avevano richiesto un campionamento all’Arpam di Macerata per verificare la regolarità da un punto di vista biologico e di composizione chimica del prodotto presentato come fertilizzante e le analisi hanno dato esito negativo. È emerso infatti che il lotto analizzato era non conforme ai criteri stabiliti dalla normativa di riferimento, nel lotto c’era salmonella e un basso contenuto di “elementi fertilizzanti/utili”, ossia ossido di calcio e anidride solforica. Perciò, non essendo state rispettate le condizioni previste dalle norme, i fanghi non potevano essere impiegati come fertilizzante in quanto non avevano cessato la qualifica di “rifiuto”. I carabinieri forestali hanno poi specificato che pur essendo un rifiuto non presenta elementi di particolare pericolosità per l’ambiente naturale, ma certamente non può essere considerato un trattamento agronomico compatibile con la conduzione delle colture agrarie. I militari, coordinati dal Gruppo carabinieri forestale di Macerata hanno denunciato il legale rappresentante dell’azienda produttrice del rifiuto spacciato per fertilizzante, per i reati di smaltimento non autorizzato di rifiuti e frode nell’esercizio del commercio, l’indagato rischia le sanzioni dell’arresto da tre mesi a un anno o dell’ammenda da 2.600 euro a 26mila euro cumulate con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a 2.065 euro. Dal lotto dello pseudo-fertilizzante costituito da circa 2.810 tonnellate, è emerso che in provincia sono state sparse e interrate circa 884 tonnellate, il resto era stato inviato ad aziende agricole del nord Italia. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico