Centomila euro nella cassetta di sicurezza: reato prescritto per Garufi, assolta Bruni

L'ex consigliere comunale Guido Garufi
MACERATA - Tesoretto da 100.000 euro in una cassetta di sicurezza, prosciolto per prescrizione Guido Garufi, assolta “perché il fatto non costituisce...

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MACERATA - Tesoretto da 100.000 euro in una cassetta di sicurezza, prosciolto per prescrizione Guido Garufi, assolta “perché il fatto non costituisce reato” l’intermediaria finanziaria Luisa Mariella Bruni. 



Si è concluso nel tardo pomeriggio di ieri il procedimento a carico di Garufi, difeso dall’avvocato Federico Valori, e di Bruni difesa dall’avvocato Gabriele Cofanelli (in aula ieri c’era anche la collega Giulia Leonardi), entrambi accusati, in concorso, di avere occultato una somma di denaro relativa alle pensioni che sarebbero spettate a un fratello di Garufi dichiarato interdetto e che un altro fratello dell’imputato – poi morto il 18 ottobre del 2013 - avrebbe trattenuto per sé in qualità di tutore.

 

 

Per l’accusa sarebbe stato Guido Garufi, in diverse tranche a consegnare quei soldi a Bruni, che li aveva messi in una cassetta di sicurezza a lei intestata. La scorsa settimana il legale Valori, alla luce di quanto emerso in dibattimento, aveva chiesto di concludere ritenendo fosse configurabile non il reato contestato (favoreggiamento reale) quanto il cosiddetto incauto acquisto, reato già abbondantemente prescritto.

Ieri il procuratore Giovanni Giorgio ha richiesto per entrambi gli imputati la riqualificazione nel reato di incauto acquisto rilevando l’intervenuta prescrizione, mentre gli avvocati Cofanelli e Leonardi, hanno insistito per l’assoluzione della propria assistita. Dopo una camera di consiglio di circa un’ora e dopo una vicenda giudiziaria durata circa sette anni, il giudice Federico Simonelli ha derubricato il reato per Garufi dichiarandolo prescritto mentre ha assolto Bruni.

«Si è conclusa una vicenda – ha dichiarato l’avvocato Valori – penosa dal punto di vista umano per la immane tragedia che ha funestato la vita della famiglia Garufi. Esprimiamo soddisfazione per questa chiusura che mette una pietra su una vicenda umana difficile da tollerare e siamo comunque lieti per la totale estraneità della Bruni alle vicende contestate nella quale era rimasta coinvolta solo per ragioni di pura amicizia con Garufi». 
 


«Avendo seguito sin dall’inizio questa particolare vicenda giudiziaria e avendo maturato la convinzione che Bruni fosse innocente, non potevamo che accogliere questa assoluzione con un profondo senso di soddisfazione per un epilogo che, per certi profili, ci è parso anche di assoluto coraggio ad opera di chi ha dovuto giudicare una storia umana di indubbia complessità», ha commentato l’avvocato Cofanelli.
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Corriere Adriatico