MACERATA - Vengono sfrattati, padre e figlia vanno in Tribunale e minacciano di morte il giudice. Entrambi sono finiti in carcere. Sono stati gli agenti della Squadra mobile...
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Nemmeno due settimane dopo, il 26 luglio scorso, gli Scarpiello erano tornati nell’abitazione asportando lucchetto e catena posti sul portone di ingresso. Per questi due episodi sono accusati entrambi di resistenza a pubblico ufficiale e violazione di sigilli. Tre giorni dopo il caos in Tribunale a Macerata. La mattina del 29 luglio scorso padre e figlia si sono recati al palazzo di giustizia. Alla guardia giurata all’ingresso avevano detto di dover partecipare ad un’udienza per poi dirigersi verso l’ascensore. I due sono quindi entrati nella stanza del giudice Ascoli mentre svolgeva il proprio lavoro insieme a due tirocinanti. Con toni concitati padre e figlia avrebbero chiesto con insistenza al giudice di intervenire per convincere l’avvocato della controparte nella causa civile a cambiare la propria posizione. Al rifiuto del giudice sono scattate le minacce di morte. Gli arrestati sono difesi dagli avvocati Paola Castellani e Roberto Greci. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico