San Severino, padre e figlia sfrattati
minacciano di morte il giudice

Il Tribunale di Macerata
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Giovedì 18 Agosto 2016, 11:07 - Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 11:28
MACERATA - Vengono sfrattati, padre e figlia vanno in Tribunale e minacciano di morte il giudice. Entrambi sono finiti in carcere. Sono stati gli agenti della Squadra mobile della questura di Macerata ad eseguire ieri l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di padre e figlia, entrambi di San Severino, Giuseppe e Federica Scarpiello, di 69 e 21 anni. Nel novembre del 2015 il giudice civile del Tribunale di Macerata, Corrado Ascoli, aveva emesso un’ordinanza di sfratto nei confronti di Giuseppe Scarpiello che era stato condannato insieme alla figlia a lasciare l’abitazione in cui vivevano in contrada Rocchetta di proprietà della Fondazione notaio Augusto Marchesini. Poco più di un mese fa, il 14 luglio scorso, quattro carabinieri, un agente di polizia municipale e una funzionaria dell’Unep (Ufficio notificazioni, esecuzioni e protesti) si erano recati sul posto per eseguire coercitivamente lo sfratto, ma erano stati tutti aggrediti e minacciati. In particolare padre e figlia si sarebbero rifiutati di lasciare la casa minacciando azioni violente finché la figlia uscì brandendo una piccola mannaia da cucina e un coltello verso forze dell’ordine e ufficiale giudiziario. Per dar man forte alla figlia sarebbe uscito anche il padre gesticolando e spingendo gli operatori che cercavano di disarmare la ragazza.
Nemmeno due settimane dopo, il 26 luglio scorso, gli Scarpiello erano tornati nell’abitazione asportando lucchetto e catena posti sul portone di ingresso. Per questi due episodi sono accusati entrambi di resistenza a pubblico ufficiale e violazione di sigilli. Tre giorni dopo il caos in Tribunale a Macerata. La mattina del 29 luglio scorso padre e figlia si sono recati al palazzo di giustizia. Alla guardia giurata all’ingresso avevano detto di dover partecipare ad un’udienza per poi dirigersi verso l’ascensore. I due sono quindi entrati nella stanza del giudice Ascoli mentre svolgeva il proprio lavoro insieme a due tirocinanti. Con toni concitati padre e figlia avrebbero chiesto con insistenza al giudice di intervenire per convincere l’avvocato della controparte nella causa civile a cambiare la propria posizione. Al rifiuto del giudice sono scattate le minacce di morte. Gli arrestati sono difesi dagli avvocati Paola Castellani e Roberto Greci. 
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