Macerata, beffati i ladri sacrileghi Non era del santo l'anello rubato

Macerata, beffati i ladri sacrileghi Non era del santo l'anello rubato
MACERATA - Sconcerto tra i fedeli e nella Curia maceratese per il colpo nella chiesa cattedrale di San Giuliano. Rubati...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MACERATA - Sconcerto tra i fedeli e nella Curia maceratese per il colpo nella chiesa cattedrale di San Giuliano.




Rubati anello e crocifisso dalla reliquia di San Vincenzo Strambi. Ma ciò che è stato trafugato, oltre ad avere pochissimo valore commerciale, pare non appartenesse allo stesso santo ma sarebbero state delle reliquie inserite nel corso degli anni successivi nella teca che custodisce i resti di San Vincenzo Maria Strambi.



“L’anello era appoggiato accanto alla reliquia così come il crocefisso - racconta il parroco del duomo, don Enzo Buschi- e non sarebbero appartenuti allo stesso santo. Peraltro, il valore dell’anello e del crocefisso era piuttosto contenuto, non essendo i due oggetti trafugati ricoperti di oro o argento. Certo, a livello affettivo oramai facevano parte della teca che contiene le reliquie di San Vincenzo Maria Strambi, ed i nostri fedeli sono rimasti piuttosto turbati dall’accadimento”.



Il furto sacrilego, da quanto affermato dal parroco della cattedrale di Macerata, sarebbe stato messo a segno tra mercoledì pomeriggio e ieri mattina. Ad accorgersi di quanto accaduto è stata una fedele che giovedì pomeriggio è entrata in chiesa e ha visto che dalla teca del santo mancava qualcosa. Così ha subito avvertito il custode, che quando aveva chiuso la sera prima non si era accorto di nulla. I ladri hanno preso l'anello e il crocefisso.



Resta il mistero su come abbiano agito i ladri. “Non è stata un’operazione semplice e veloce alzare il pesante vetro che ricopre la teca - ammette don Enzo Buschi - anche perché sopra c’è una copertura di rame. Non sono stati trovati segni di effrazione da parte dei ladri per aprire la teca ed asportare anello e crocefisso. Tutto è stato rimesso a posto e solo l'attenzione di questa donna che ha notato la sparizione degli oggetti ci ha fatto rendere conto dell’accaduto”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico