Rientra a casa, trova la fidanzata con un altro uomo e lo colpisce alla testa con una spranga

Il palazzo di giustizia di Macerata. Sul banco degli imputati un uomo di 35 anni
MACERATA  - Si prendono un periodo di “prova”, lui va via di casa, poi una sera, insospettito dalle risposte di lei va nell’abitazione a controllare e trova...

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MACERATA  - Si prendono un periodo di “prova”, lui va via di casa, poi una sera, insospettito dalle risposte di lei va nell’abitazione a controllare e trova un altro uomo. Dopo un acceso diverbio lo aggredisce con una spranga di ferro. È accusato di lesioni aggravate un albanese di 35 anni. La vicenda risale alla notte tra il 24 e il 25 marzo del 2018 quando il giovane a Potenza Picena, al culmine di una discussione, aveva colpito più volte al tronco e alla testa un uomo, italiano, poco più grande di lui. 

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Ieri si è aperto il processo a carico del 35enne in Tribunale a Macerata davanti al giudice Roberto Evangelisti e al pubblico ministero Lorenzo Pacini. Secondo la ricostruzione della difesa, sostenuta dall’avvocato Piergiorgio Moretti, il colpo alla testa sarebbe stato inferto involontariamente. L’antefatto: l’imputato da circa nove anni era fidanzato con una giovane, da circa due anni avevano iniziato una convivenza a casa di lui a Potenza Picena. A inizio 2018 però il rapporto aveva iniziato a ingrigirsi e i due avevano deciso di prendersi un periodo di “prova” vivendo separati. La sera dell’aggressione il giovane aveva mandato dei messaggi alla fidanzata, ma le risposte di lei lo avevano insospettito a tal punto da indurlo ad andare nella sua abitazione per controllare. Erano le 23.30.

Al suo arrivo la sorpresa: in casa c’era un altro uomo in atteggiamenti, sembra, poco equivocabili. Tra i due sarebbe nata un’accesa discussione: «Cosa fai a casa mia? Vattene immediatamente, vergognati, hai una moglie e un figlio», gli avrebbe urlato il 35enne. «Prenditela con lei», gli avrebbe risposto l’ospite non gradito prima di essere spinto fuori casa. Lì poi sarebbe avvenuta l’aggressione: il 35enne, visto un tubo di metallo a terra, lo aveva preso e aveva colpito il suo rivale alla testa. Per la difesa il colpo sarebbe stato involontario: il 35enne avrebbe mirato alla spalla ma la vittima si sarebbe mossa repentinamente ricevendo il colpo al capo. A seguito dell’aggressione l’italiano era finito in ospedale con un trauma cranico e una frattura delle ossa del cranio ed era stato sottoposto d’urgenza a un intervento chirurgico (la prognosi iniziale era stata stimata dai sanitari in 90 giorni). 


Da allora la vittima è stata risarcita, ieri si è aperto il processo a carico dell’albanese, il giudice ha rinviato al 9 marzo del 2023 per sentire sia i testimoni indicati dall’accusa sia i testimoni indicati dalla difesa, poi l’udienza successiva si terrà l’11 maggio sempre del 2023 quando il procedimento verrà discusso e il giudice emetterà la sentenza Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico