Fa un viaggio in Senegal e torna sposata a sua insaputa, adesso è sotto processo per bigamia

Il Tribunale di Macerata dove si celebrerà il processo
MACERATA - Va in vacanza in Senegal e torna sposata “a sua insaputa”. Finirà a processo una 67enne tolentinate accusata di bigamia. Con lei, sul banco degli...

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MACERATA - Va in vacanza in Senegal e torna sposata “a sua insaputa”. Finirà a processo una 67enne tolentinate accusata di bigamia. Con lei, sul banco degli imputati, anche il secondo marito, un senegalese di 34 anni. Ieri mattina il giudice dell’udienza preliminare Giovanni Maria Manzoni ha rinviato a giudizio la coppia fissando il processo davanti al giudice monocratico Roberto Evangelisti al 15 aprile del prossimo anno. 

 

La vicenda risale al 2011 quando la donna, sposata e successivamente separata, partì per un viaggio in Africa. Era settembre. Dopo la vacanza, al suo rientro, la donna continuò la sua vita di tutti i giorni senza grandi scossoni per altri sei anni. A settembre del 2017, infatti, al Comune di Tolentino arrivò una richiesta di trascrizione del matrimonio con effetti civili contratto in Senegal il 25 settembre del 2011, ma all’Ufficio comunale competente, dopo una breve verifica, emerse subito qualcosa di strano. La sposa, in realtà era già sposata con un italiano e il matrimonio era stato celebrato a febbraio del 1971 a Civitanova.

Ne seguì una segnalazione in procura, il pubblico ministero di turno in quel momento Enrico Riccioni aprì un fascicolo per l’ipotesi di reato di bigamia iscrivendo sul registro degli indagati – come previsto dalla legge – entrambi gli sposi. In base all’articolo 556 del codice penale, infatti, “alla stessa pena (la reclusione da uno a cinque anni) soggiace chi, non essendo coniugato, contrae matrimonio con persona legata da matrimonio avente effetti civili”.

Ieri, dunque, il procedimento è finito all’attenzione del gup Manzoni e del pm Margherita Brunelli. I due imputati, difesi dagli avvocati Mauro Chiariotti – sostituito in aula dal collega Vanni Vecchioli - e Martina Mogetta, non hanno richiesto riti alternativi e sono stati rinviati a giudizio.

La difesa della tolentinate respinge gli addebiti e dà un’altra versione dei fatti: la donna sarebbe partita per una vacanza, lì avrebbe conosciuto il giovane e durante la sua permanenza in Senegal avrebbe partecipato a una cerimonia ma nessuno le avrebbe detto che quello era un matrimonio, la donna pensava si trattasse di una cerimonia locale, vi aveva partecipato e poi era tornata in Italia. Solo dopo sei anni l’uomo avrebbe raggiunto Tolentino e avrebbe chiesto il riconoscimento del matrimonio celebrato in Africa.
 

 

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Corriere Adriatico