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Il Consiglio comunale aveva dato l’ok al provvedimento lo scorso 27 marzo coi voti della maggioranza e l’astensione delle opposizioni. «Si tratta di 16 anni di crediti che erano ancora in pancia al Comune, ma coi nostri uffici abbiamo valutato che l’Agenzia delle Entrate recupera una media dell’8% di questi crediti e che lo fa in larghissima parte entro i primi tre anni dalla emissione delle cartelle, il resto restava sostanzialmente inevaso – spiega l’assessore al bilancio Marco Caldarelli – cancellarli in realtà non comporta l’annullamento di un credito effettivamente incassabile».
La quota
«Tra l’altro, ci sarebbe stata da pagare una quota di spese per dare esecuzione ai provvedimenti di riscossione.
I mancati pagamenti
Spesso dopo tutti questi anni andare a recuperarli è un problema che va a sovraccaricare gli uffici per produrre risultati minimi. «Abbiamo mancati pagamenti della mensa per circa 30mila euro, quindi intorno ai 100mila euro di crediti tributari ed il resto sono tutte sanzioni amministrative legate al Codice della strada – approfondisce Caldarelli – i crediti tributari sono così pochi perché già dal 2017 i crediti che vantiamo, come Comune, abbiamo iniziato a riscuoterli da soli, senza passare dall’Agenzia delle Entrate. Con il risultato che la percentuale di recupero è balzata dall’8 al 30%. Ma sarebbe impensabile avviare un’azione esecutiva per andare a recuperare magari una multa di 40 euro di 20 anni fa».
I crediti accantonati
Il Comune, prudenzialmente, negli anni ha sempre accantonato delle risorse nel fondo per i crediti di dubbia esigibilità nel caso i crediti da teorici diventassero incidenti realmente sulle casse dell’ente. «In pratica un fondo che certifica quei crediti ma che non li utilizza per la spesa corrente – continua l’assessore – i crediti provenienti dalle multe prudenzialmente finiscono al 100% in questo fondo. Poi se si incassano effettivamente il 20 o il 30% benissimo, ma c’è già la copertura finanziaria necessaria. Per cui problematiche di bilancio non ce ne sono. Nell’ultimo bilancio questo fondo era di 700mila euro, che verrà quindi eliminato del tutto con il prossimo riaccertamento. Sarebbe inutile tenere bloccate quelle risorse».
Maggio poi è il mese di Tari e Imu, ma su quelle il Comune non mette mano, come già stabilito da mesi. Anzi. «Come stabilito già col bilancio approvato a dicembre, siamo in linea con le previsioni consolidate da anni e per cui non c’è stata necessità di fare alcun cambiamento a livello di costi per i cittadini – conclude Caldarelli – abbiamo sconti e potenziamento di alcuni interventi per certe fasce di reddito e famiglie numerose, ma non ci sono particolari novità. Le tariffe in sé sono stabili». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico