MACERATA - Un giro in bici lungo i confini delle Marche, dalla costa all’entroterra: poco meno di 500 chilometri percorsi in un giorno e oltre 4.500 metri di dislivello....
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«Siamo partiti ieri (l’altro ieri per chi legge, ndr) alle 4 del mattino, da Porto Recanati – ha raccontato Daniele Pierucci – Era un giro che un mio amico aveva fatto tre anni fa e da un po’ avevo l’idea di volerlo fare anche io. Così ho chiesto ai miei amici Alessandro Diletti, instancabile e fortissimo ciclista, già abituato a questo genere di cose, Alberto Cambio, esperto in gare ultra di triathlon, e Roberto Pucciarelli, altro triatleta fortissimo, che non si tira mai indietro se c’è da fare queste cose. Siamo partiti alle 4 in direzione Sud, con l’idea appunto di percorrere i confini delle Marche e con l’intenzione di chiudere il giro in giornata. Lungo il percorso non è mancata qualche difficoltà. A parte le soste – ha continuato Daniele Pierucci -, tra le zone di Ancona e Pesaro Urbino abbiamo trovate delle deviazioni, dovute a strade chiuse per le recenti alluvioni. Non è venuto proprio il giro che avevo preparato, ma poco ci è mancato».
«Alla fine - prosegue nel suo racconto - sono venuti fuori 481 chilometri con un dislivello di 4.570 metri. Abbiamo toccato i confini con l’Umbria, con la Toscana. È stata una bella esperienza, sicuramente ora penseremo a fare anche altro, come ad esempio il Marche Trail. Siamo tornati a Porto Recanati alle 23.30. L’idea era di rientrare per le 21.30, ma le deviazioni lungo la strada ci hanno fatto allungare un po’. Ci siamo divertiti tantissimo – ha continuato Daniele Pierucci -, è una esperienza che si può fare avendo una certa preparazione fisica ma anche un po’ di sana follia. Tanto fa la testa, perché dopo un po’ il corpo inizia a sentire il peso dei chilometri e delle tante ore in sella. Durante il percorso abbiamo incontrato tanti ciclisti, qualcuno si è messo dietro di noi e abbiamo percorso qualche chilometro insieme. Quando ci hanno chiesto che giro avevamo in mente di fare, qualcuno ci ha detto che eravamo pazzi. Ma ci siamo divertiti» ha concluso Daniele Pierucci. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico