Macerata, allarme bullismo anche sugli autobus: «Segnalazioni in aumento»

Macerata, allarme bullismo anche sugli autobus: «Segnalazioni in aumento»
MACERATA - Emergenza bullismo. Un fenomeno in aumento tra i giovani, non solo a scuola o nel tempo libero, ma anche sugli autobus. La triste fotografia emerge anche dalle...

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MACERATA - Emergenza bullismo. Un fenomeno in aumento tra i giovani, non solo a scuola o nel tempo libero, ma anche sugli autobus. La triste fotografia emerge anche dalle segnalazioni dei genitori che arrivano alle aziende di trasporti come Contram Mobilità. «Purtroppo - dice il presidente, Stefano Belardinelli - le segnalazioni relative ad atti di bullismo a bordo sono in aumento ogni anno. Nonostante le azioni preventive di sensibilizzazione introdotte con la collaborazione di scuole e prefetto, capita sempre più di frequente che il nostro personale si trovi di fronte a situazioni di bullismo che coinvolgono spesso minorenni». 

 

Gli interventi

Situazioni per le quali «non sempre è possibile intervenire quando si è in movimento - prosegue -. Riceviamo molte telefonate di genitori che denunciano atti di bullismo e ci chiedono di prendere dei provvedimenti. Nei casi più ostinati, inviamo dei controlli a bordo e nelle situazioni che perdurano, ci rivolgiamo alle scuole e alle forze dell’ordine». Ogni anno a settembre la Contram Mobilità promuove una campagna di comunicazione specifica per i trasporti scolastici, incentrata in particolare proprio sul rispetto del prossimo, sicurezza a bordo e in fermata e rispetto dei mezzi di trasporto. «Il rapporto con i dirigenti scolastici, soprattutto all’inizio dell’anno è attivo e frequente - aggiunge Valentina Gagliardi dell’ufficio movimento di Contram -, sia per questioni puramente tecniche di informativa su orari e itinerari, ma anche per la diffusione delle buone regole di viaggio. La collaborazione con la prefettura è divenuta anch’essa una consuetudine, non solo in fasi critiche come lo sono state diverse occasioni durante la pandemia, ma anche e soprattutto in via preventiva, per condividere le buone prassi che l’azienda intendere attivare, predisporre le attività di controllo e sensibilizzazione. Nei periodi più critici come ad esempio l’inizio dell’anno scolastico, è oramai prassi consolidata quella di impiegare personale di controllo aggiuntivo rispetto all’organico normalmente in forze all’azienda, dislocato nei principali snodi e poli scolastici di tutta la provincia come il Terminal di Macerata, Recanati, Cingoli, San Severino, Camerino» C’è poi il tema della sicurezza che riguarda il personale che - come rimarca Belardinelli - «è purtroppo avvezzo ad affrontare situazioni di violenza e anche di aggressione. Lavorando quotidianamente su tragitti che toccano città e quartieri caldi, sono capitate diverse occasioni in cui alcuni verificatori si sono ritrovati a subire insulti e percosse. Abbiamo da tempo avviato corsi di auto difesa, di buona comunicazione e conoscenza dell’altro che hanno aiutato il nostro personale anche nella parte di approccio alla situazione a rischio, proprio per evitare di arrivare al contatto fisico». Vista poi l’utenza - in gran parte composta da stranieri - anche la difficoltà nella comprensione delle regole può diventare un fattore di rischio: «Se non ci sono una buona comprensione della lingua e una buona comunicazione di base c’è l’alta probabilità di fraintendimenti che portano poi a situazioni d difficoltà. Fare servizio di trasporto pubblico è giorno dopo giorno più difficile - evidenzia Belardinelli -, ci troviamo a lavorare spesso in situazioni delicate e rischiose, riceviamo quotidianamente la pressione dell’utenza che richiede sempre una maggiore efficienza ed interventi diretti per risolvere situazioni, come il bullismo, che non competerebbero propriamente ad un’azienda di trasporto». Fattori che si intrecciano nella più generale difficoltà economica «con la mancanza di risorse, il rincaro dei carburanti, salari ormai bassi rispetto alla inflazione degli ultimi anni, le difficoltà di reperimento di personale conducente. Nelle Marche poi abbiamo il finanziamento del fondo nazionale più basso d’Italia, il cofinanziamento regionale più basso d’Italia, e tariffe non adeguate e ferme al 2015. La Regione si sta attivando per ottenere più risorse e sta supportando il settore, tuttavia, questo supporto tende a non essere strutturato e diffuso all’intera regione per cui non se ne vede ancora la piena efficacia».

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Corriere Adriatico