L'impresa di Federico, pasticciere in Trentino: finita la stagione torna a casa ad Esanatoglia: quasi mille chilometri in bicicletta

L'impresa di Federico, pasticciere in Trentino, finita la stagione torna a casa ad Esanatoglia in bicicletta
ESANATOGLIA - Dopo quattro mesi in cucina tra strudel, crema pasticcera e sac a poche, è salito in sella alla sua mountain bike per partire dal Trentino - dove ha lavorato...

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ESANATOGLIA - Dopo quattro mesi in cucina tra strudel, crema pasticcera e sac a poche, è salito in sella alla sua mountain bike per partire dal Trentino - dove ha lavorato come pasticciere durante la stagione estiva in un hotel - e tornare nella sua Esanatoglia. Un rientro a casa dal lavoro più lungo del solito quello di Federico Leoni, 28 anni, residente nel piccolo paese dell’entroterra. Ci sono voluti 11 giorni e 952 chilometri.

 

A muoverlo nell’impresa la sua passione per la bici, ma anche la voglia di prendersi una pausa al termine del lavoro, sperimentando la nuova moda del bikepacking: un tour in bicicletta su più superfici e portando dei carichi. 

«Sono un appassionato di bici - racconta - ma con il lavoro purtroppo non sempre si può partire per molto tempo. Allora mi sono detto “Ho due mesi di ferie? Bene, le faccio in bici. Sono partito con la mia mountain bike che in realtà non è proprio il modello giusto di bici per questo tipo di attività: si fa più fatica. Avevo tenda, sacco a pelo e borsone per circa 40 chili di carico. Ho costeggiato tutto il lago di Garda, sono stato a Sirmione, poi Mantova, Bologna, Ravenna, lungo la costa dei trabocchi in Abruzzo e sono arrivato a Termoli. Da lì ho preso il treno fino a Civitanova e da Civitanova di nuovo in bici per Esanatoglia. Avevo pensato di arrivare fino a Vieste, ma poi con i mezzi sarebbe stato più difficile tornare in base ai miei impegni familiari».

Soggiorni in tenda, a volte in B&b, con l’opportunità di visitare luoghi dove prima non era mai stato e incontrare altri appassionati del bike arrivati anche dall’estero: «Ho percorso una media di 100 chilometri al giorno, anche su strade sterrate dove in auto non sarei potuto andare. Di sera mi fermavo e mi godevo le ultime ore girando per le città o andando in spiaggia». Dalla confusione della cucina a un viaggio introspettivo dove non sono mancati incontri che lo hanno incoraggiato. «È la prima volta che faccio un’esperienza simile e ammetto che è stata dura. Ora sto programmando un’altra avventura all’estero per l’anno prossimo, magari cercando anche alcuni sponsor. Vorrei fare il cammino di Santiago in bici».

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Corriere Adriatico