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MACERATA «Ergastolo al tuo carnefice. Nel mio piccolo, all’inizio di questa diabolica vicenda, te lo avevo promesso». Ha combattuto nel doppio ruolo di zio e avvocato Marco Valerio Verni. Sempre al fianco della sorella Alessandra, mamma di Pamela Mastropietro, la 18enne romana stuprata, uccisa e fatta a pezzi da Innocent Oseghale il nigeriano già condannato per l’omicidio della giovane e per il quale la Cassazione, martedì, ha confermato definitivamente l’ergastolo, riconoscendo l’aggravante della violenza sessuale.
Le reazioni
Dopo la sentenza della Suprema Corte sono state tante le reazioni di vicinanza alla famiglia della giovane e lo zio ha voluto condividere con tutti la commozione per il risultato raggiunto: «Ora - scrive rivolgendosi alla nipote -, puoi riposare un po’ più in piace, accanto al tuo papà (scomparso nei mesi scorsi stroncato da un malore, ndr). Questa vittoria è dedicata anche a lui.
La vicinanza
E sono stati tanti coloro che negli ultimi sei anni non hanno mai smesso di sperare insieme alla famiglia di Pamela che venisse fatta giustizia. Tra questi anche Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la giovane scomparsa nel 1983 a Roma e mai ritrovata. Lui stesso, martedì, era in piazza Cavour insieme a mamma Alessandra per sostenerla nel sit-in organizzato di fronte alla Cassazione: «Finalmente un po’ di giustizia per Pamela - ha scritto Orlandi sulla sua pagina Facebook -. Ergastolo per quell’essere che l’ha stuprata, uccisa e fatta a pezzi. La pena massima per la legge italiana».
I commenti
Anche il vicepremier Matteo Salvini ha commentato la sentenza sui social: «Giustizia è stata fatta. Una preghiera per Pamela e un abbraccio alla mamma». Quella mamma che non si è mai arresa e che, dopo aver atteso per sei anni la sentenza definita pronunciata martedì, ha rivolto il suo pensiero alla figlia e al papà: «Festeggiate insieme in cielo, la vittoria è per voi angeli». Ma il suo ha voluto essere un messaggio di speranza anche per altre mamme e altre famiglie che, come lei, stanno combattendo per la giustizia: «Non mollate mai, abbiate fede e combattete». Queste le parole che ha rivolto alla famiglia di Giulia Tramontano che ha appena iniziato il processo per l’omicidio della ragazza che era incinta. «Lo dico non solo ai familiari di Giulia ma anche alle famiglie delle altre vittime: se volete unitevi a noi - conclude -. Le leggi devono cambiare e le istituzioni devono starci a sentire».
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Corriere Adriatico