Corridonia piange Venanzio Verdini: aveva 83 anni, è stato un pioniere del mondo della movida

Corridonia piange Venanzio Verdini: aveva 83 anni, è stato un pioniere del mondo della movida
CORRIDONIA -  Lui non ha investito nel divertimento, nel mondo della notte. Lui l’ha proprio creato e poi l’ha portato ad un livello superiore. Venanzio Verdini...

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CORRIDONIA -  Lui non ha investito nel divertimento, nel mondo della notte. Lui l’ha proprio creato e poi l’ha portato ad un livello superiore. Venanzio Verdini è stato il simbolo di un’epoca, a Corridonia e in tutto il circondario. Per questo il suo decesso, avvenuto martedì sera all’età di 83 anni, ha scosso non solo la comunità cittadina ma tantissimi che hanno conosciuto lui e la sua famiglia nel corso di un’epopea lunga mezza secolo. 

 
Eppure la sua esperienza lavorativa era partita da tutt’altra parte. Era un giovane infermiere che ogni mattina si alzava e dalla zona industriale di Corridonia andava a lavoro nella vicina Macerata, alla clinica Villalba. Una vita al servizio degli altri. Poi l’intuizione, insieme alla moglie Graziella e al resto della famiglia: creare una sala da ballo. Prima la classica balera e poi l’intuizione vincente: una discoteca di alto livello capace di richiamare una clientela proveniente da tutta la regione. La Tenda Rossa - oltre allo storico bar c’era anche una gettonatissima sala da bowling - aveva fatto ballare tutta una generazione di giovani marchigiani. Il successo è travolgente, al punto che ormai per tutti quella porzione di territorio è ancora oggi, a decenni dalla chiusura del locale, “la zona del Tenda Rossa”.

Le serate con la musica più all’avanguardia e un ambiente ricercato decretano il successo della famiglia Verdini. E così i figli di Venanzio e Graziella, Endrio e Fabio, ne seguono le orme ampliando quello che diventa a tutti gli effetti un piccolo impero. Nel 1996 la famiglia rileva il Gialù e ne fa una delle primissime e più apprezzate discoteche all’aperto del sud delle Marche. Poi la decisione di uscire dai confini cittadini, prima passando alla vicina Macerata, dove la famiglia gestisce per un periodo il Tartaruga, epicentro delle notti universitarie, e poi sbarcando in riva al mare, ovviamente a Civitanova, con due creature: il Gatto Blu, che resta nelle mani della famiglia da fine anni Novanta alla chiusura del 2013, e il Mym, con il quale viene replicato il successo del Gialù offrendo una discoteca all’aperto destinata a una clientela raffinata e di classe. 


Un’epopea che ha segnato un’epoca e che ha visto in Venanzio Verdini un “padre nobile” sempre solare e alla mano, come lo ricordano in tanti. Il funerale è in programma questa mattina alle 10 nella chiesa della Sacra Famiglia, nella zona industriale.

 

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Corriere Adriatico