CORRIDONIA - Lui non ha investito nel divertimento, nel mondo della notte. Lui l’ha proprio creato e poi l’ha portato ad un livello superiore. Venanzio Verdini è stato il simbolo di un’epoca, a Corridonia e in tutto il circondario. Per questo il suo decesso, avvenuto martedì sera all’età di 83 anni, ha scosso non solo la comunità cittadina ma tantissimi che hanno conosciuto lui e la sua famiglia nel corso di un’epopea lunga mezza secolo.
Eppure la sua esperienza lavorativa era partita da tutt’altra parte.
Le serate con la musica più all’avanguardia e un ambiente ricercato decretano il successo della famiglia Verdini. E così i figli di Venanzio e Graziella, Endrio e Fabio, ne seguono le orme ampliando quello che diventa a tutti gli effetti un piccolo impero. Nel 1996 la famiglia rileva il Gialù e ne fa una delle primissime e più apprezzate discoteche all’aperto del sud delle Marche. Poi la decisione di uscire dai confini cittadini, prima passando alla vicina Macerata, dove la famiglia gestisce per un periodo il Tartaruga, epicentro delle notti universitarie, e poi sbarcando in riva al mare, ovviamente a Civitanova, con due creature: il Gatto Blu, che resta nelle mani della famiglia da fine anni Novanta alla chiusura del 2013, e il Mym, con il quale viene replicato il successo del Gialù offrendo una discoteca all’aperto destinata a una clientela raffinata e di classe.
Un’epopea che ha segnato un’epoca e che ha visto in Venanzio Verdini un “padre nobile” sempre solare e alla mano, come lo ricordano in tanti. Il funerale è in programma questa mattina alle 10 nella chiesa della Sacra Famiglia, nella zona industriale.