Carlo Paolucci: «Io, lontano parente di Ginobili. Adesso vorrei riunire la famiglia»

Carlo Paolucci: «Io, lontano parente di Ginobili. Adesso vorrei riunire la famiglia»
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CORRIDONIA  - Quattro fratelli, figli di Luigi Ginnobili e Rosa Lattanzi, vivevano in quella che allora si chiamava ancora Pausula. Almeno uno di loro emigrò in Argentina, il suo cognome perse una enne e il resto è storia. Sarebbe nata così, nei primi del Novecento, l’epopea argentina della famiglia del campione di basket Emanuel Ginobili, le cui radici ben piantate nel Maceratese sono state riportate in superficie dal lavoro del sociologo Fiorenzo Santini. 

 

Dopo la conferma dello stesso Manu, arrivata via Twitter, ora è uno dei discendenti del ramo corridoniano della famiglia a ribadire la veridicità della tesi. Carlo Paolucci oggi vive e lavora a Civitanova, ma la sua famiglia, da parte di madre (il cui cognome è infatti Ginnobili), è originaria e vive a Corridonia.

«Abbiamo sempre saputo di questo legame – spiega Paolucci – tanto che mio nonno, una decina d’anni fa, era stato in Argentina, a Bahia Blanca, per incontrare i parenti che vivono ancora laggiù. Restò per quasi un mese ospite proprio del padre di Emanuel, che all’epoca però non poté essere presente perché ancora giocava in Nba, e insieme ricostruirono l’albero genealogico della famiglia. Lo conserviamo ancora, seppur con qualche ramo vuoto e qualche foto mancante».

Per semplificare: il bisnonno materno di Carlo, Francesco, e il nonno paterno di Manu, David, erano fratelli. «Il fatto che il cognome del ramo argentino sia diventato Ginobili, con una sola enne, probabilmente è derivato da qualche errore di trascrizione quando arrivarono in Argentina».

Purtroppo con il campione non ci sono ancora stati contatti. «Ho provato a scrivergli via social - prosegue -, ma è chiaro che un personaggio così famoso non presta attenzione a tutti i messaggi che gli arrivano. Mi piacerebbe incontrarlo e ricomporre la famiglia». Paolucci non sapeva neanche dello studio di Santini. «Sarei felice di poter confrontare con lui carte e documenti che abbiamo in mano per completare il quadro». 

 

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Corriere Adriatico