MACERATA - Il bilancio del rispetto delle prescrizioni anti-contagio da coronavirus dopo il weekend costringe i sindaci a riflettere sui fenomeni di assembramento. «La...
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A Macerata al momento non sono previste ordinanze per la chiusura anticipata dei locali. «Nessuna decisione è stata presa in tal senso - dice il sindaco Romano Carancini - ma non posso escludere niente. Prima devo vedere come andranno le cose nei prossimi giorni». Di sicuro gli eccessi verificatisi nello scorso fine settimana - seppur non via sia stata alcuna situazione choc - stanno facendo riflettere il Comune nel prendere in esame misure più restrittive contro gli assembramenti.
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Non solo il tema movida - prosegue il sindaco -, ma alcuni comportamenti inaccettabili che riguardano giardini e parchi pubblici. In centro storico poi la situazione è assolutamente insoddisfacente. I dati positivi sanitari di questi giorni hanno convinto le persone che il pericolo è passato. Non è affatto così, non è un liberi tutti». Un Carancini molto arrabbiato. «Non posso credere che ai giardini le mamme non abbiano un minimo di attenzione rispetto ai propri figli. E poi c’è il caso del centro storico, in cui ci sono state tantissime persone. Questo da un lato mi conforta perché significa che si può ripartire bene. Ma bisogna farlo con disciplina. Non escludo di dover adottare qualche ordinanza che possa contenere questa situazione». Altro aspetto è quello della mascherina, finora non obbligatoria in città, tanto che si sono visti assembramenti di giovani privi di mascherina. «Rispetto ad altre città –afferma il sindaco - Macerata ha seguito le norme indicate nel Dpcm mentre comuni vicini hanno imposto l’uso ovunque della mascherina. Oggi invece abbiamo bisogno di intervenire: se necessario emetterò ordinanze più restrittive di quelle attuali e che riguardano la eventuale chiusura di spazi verdi cittadini e l’obbligo dell’uso delle mascherine. Infine, la definizione del significato di assembramento. Non si sa se sono 3/4 persone o 20 o 50. Non c’è chiarezza e quindi la norma è inefficace. Nessuno la può applicare sanzionando i cittadini. Immaginiamo una regola chiara che sia un atto di prevenzione verso i cittadini. Ci stiamo ragionando con la polizia locale e la giunta». Infine l’utilizzo dei cosiddetti assistenti civici per il controllo del distanziamento sociale. «Noi siamo avanti rispetto a questo – conclude Carancini - in quanto nei nostri parchi stiamo utilizzando una cinquantina di dipendenti che informano, avvertono e monitorano la situazione. Ma un conto è dare indicazioni ai cittadini di come comportarsi altro è invece il fatto che queste figure non possono elevare sanzioni verso chi non si comporta bene. Non sono risolutivi nell’efficacia dei controlli che invece vanno fatti in questa fase». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico