Gruppo social per evitare gli autovelox, i tre amministratori finiscono davanti al giudice

I controlli della polizia con l'0autovelox
CIVITANOVA - Il gruppo Telegram si chiamava “Colori 3” e su quel gruppo chiunque poteva segnalare la presenza di autovelox o di posti di blocco. Il pallino o il cuore...

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CIVITANOVA - Il gruppo Telegram si chiamava “Colori 3” e su quel gruppo chiunque poteva segnalare la presenza di autovelox o di posti di blocco. Il pallino o il cuore rosso indicava la presenza dei carabinieri, l’azzurro della polizia, il giallo della finanza, l’immagine della macchina fotografica anticipava la segnalazione di un autovelox in un determinato posto. Per tutti e tre gli amministratori di quel gruppo, tre fermani, ieri si è aperto il processo al Tribunale di Macerata per interruzione di pubblico servizio. Le difese: «È stata poco più che una goliardata, nessuna rilevanza penale».

 

Ieri si è aperto il processo a carico di Angela Sicignano, 28 anni di Fermo, Marco Zallocco 29 anni domiciliato a Fermo e Youness Fissah, 31 anni di Montegranaro. I tre amministratori del gruppo Telegram “Colori 3” sono accusati di aver turbato la regolarità del servizio di controllo del territorio, di prevenzione e repressione dei reati svolto dalle forze di polizia inserendo o facendo inserire dai partecipanti la segnalazione di posti di controllo in corso nella provincia di Macerata utilizzando, appunto, simboli e indicazioni convenzionali stabiliti nelle regole del gruppo. Tutto questo per consentire ai partecipanti alla chat di sottrarsi ad eventuali controlli di polizia incidendo dunque sull’efficacia dei servizi compiuti dalle forze dell’ordine.

All’epoca erano 2.600 gli iscritti al gruppo. Così era accaduto che i controlli effettuati dal commissariato di Civitanova il 22 giugno 2018 in via Colombo, il 24 giugno nelle vicinanze del casello autostradale e il 25 giugno sempre di quell’anno in via Moro erano stati “spoilerati” sulla chat Telegram. È accaduto che tra i partecipanti alla chat venissero inseriti anche gli stessi poliziotti, gli agenti avevano quindi potuto appurare in diretta come il proprio posto di controllo venisse segnalato sul gruppo e a quel punto vanificata l’utilità dei controlli, si erano visti costretti a interrompere il controllo. Ieri Sicignano e Fissah, difesi dagli avvocati Igor Giostra e Simone Mancini, hanno chiesto la messa alla prova, ma la richiesta non è stata ammessa dal giudice Vittoria Lupi che, in accordo con quanto eccepito dal pm Rocco Dragonetti, ha respinto anche l’eccezione di incompetenza territoriale avanzata dall’avvocato Sante Monte difensore di Zallocco e l’udienza è stata rinviata al 13 luglio. 



«È stata una mera goliardata senza alcuna rilevanza penale, non c’era alcuna volontà di turbare il lavoro delle forze dell’ordine», ha commentato l’avvocato Giostra. «Non c’era l’intento di agevolare chissà quali traffici o chissà cosa, volevano segnalare gli autovelox», ha affermato il legale Monti.
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Corriere Adriatico