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Ma mentre la categoria scalda i motori, c’è sempre la spada di Damocle della Bolkestein che agita i sonni dei balneari. Mirko Ciavattini, titolare del Veneziano, è uno di quelli che ha ereditato l’attività dai genitori ma poi ha investito e contribuito a cambiare quelli che negli anni ’80 erano “casotti” in esercizi al passo con i tempi e con le normative. «Devo dire che da un punto di vista corporativo, la strada intrapresa dal governo è quella giusta – dice – la proroga di un anno della scadenza fissata per i bandi è necessaria perché non ci sono più i tempi per i vari adempimenti.
Penso positivo
Gianni Lorenzetti (La Bussola), cerca di pensare positivo. «Aprirò il fine settimana dopo Pasqua ma sono già al lavoro. Come sempre, non vedo l’ora di cominciare. Se si ripete il maggio dello scorso anno, sarà un’estate lunga e fantastica». Davanti al suo chiosco sono iniziati i lavori dei nuovi marciapiedi. «Li attendiamo da 30 anni. Certo, si poteva fare meglio, magari iniziandoli un po’ prima. Ma dovrebbero finire entro la fine di maggio e con le passarelle si potrà lavorare. Il vero problema è la Bolkestein. Io avrei voglia di migliorare l’offerta, proporre nuove cose. Invece non si può investire nulla senza certezze sul futuro, ci si limita alla manutenzione». Daniele Ercoli, Caracoles, lungomare sud, ribadisce il concetto. «Gli investimenti sono fermi. Faccio parte di Popolo Produttivo che è in prima linea nel cercare una soluzione, sempre in stretto contatto con il governo. Un impegno portato avanti soprattutto da Stefano Battistelli, titolare di Caribean, rappresentante nazionale. Per quanto riguarda la stagione, si lavora già con il ristorante e, se il tempo è bello, nel fine settimana. Positiva la rotatoria per snellire il traffico dei nostri clienti umbri». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico