Balneari, quest’anno a Civitanova basta un lifting. «Bisogna sciogliere il nodo Bolkestein»

Balneari, quest anno a Civitanova basta un lifting. «Bisogna sciogliere il nodo Bolkestein»
Balneari, quest’anno a Civitanova basta un lifting. «Bisogna sciogliere il nodo Bolkestein»
di Emanuele Pagnanini
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Lunedì 20 Marzo 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 11:51
CIVITANOVA - Pian piano gli stabilimenti balneari di Civitanova stanno aprendo i battenti. Già nei primi fine settimana di marzo si è notato un discreto movimento, soprattutto per il periodo. Così, accanto a chi ha la licenza annuale di ristorante, ci sono state le aperture degli stagionali. C’è chi propone anche il pranzo e non solo per il fine settimana.  


Ma mentre la categoria scalda i motori, c’è sempre la spada di Damocle della Bolkestein che agita i sonni dei balneari. Mirko Ciavattini, titolare del Veneziano, è uno di quelli che ha ereditato l’attività dai genitori ma poi ha investito e contribuito a cambiare quelli che negli anni ’80 erano “casotti” in esercizi al passo con i tempi e con le normative. «Devo dire che da un punto di vista corporativo, la strada intrapresa dal governo è quella giusta – dice – la proroga di un anno della scadenza fissata per i bandi è necessaria perché non ci sono più i tempi per i vari adempimenti. Durante l’anno si potrà procedere alla mappatura degli 8.500 km di costa italiana. Sarà così certificato che solo 2.300 km sono oggetto di concessione e di questi non tutti sono per attività balneari. Essendoci ancora oltre 6mila km di costa libera e tenendo presente la quota da lasciare senza alcune concessioni, le aree protette, quelle dove non c’è costa, etc, si possono addirittura raddoppiare le concessioni, mettendo all’asta le parti libere. In questo modo viene rispettato il principio di libera concorrenza che ha ispirato la direttiva e cade la necessità di mettere all’asta le concessioni esistenti».

Ciavattini pone l’accento sulla differenza tra beni e servizi. «Con le concessioni, noi dobbiamo, per legge, offrire una lunga serie di servizi. Ma per essi, lo Stato impone il rispetto di una serie di leggi, per cui noi creiamo un bene per offrire servizi. E che fine farà il bene di nostra proprietà se si mette all’asta la spiaggia. Non si sa. Ora, la Bolkestein è applicabile in realtà come l’Olanda, ad esempio, dove l’attività balneare dura un mese e si esercita in un chioschetto. Non qui dove si investono milioni».

Penso positivo


Gianni Lorenzetti (La Bussola), cerca di pensare positivo. «Aprirò il fine settimana dopo Pasqua ma sono già al lavoro. Come sempre, non vedo l’ora di cominciare. Se si ripete il maggio dello scorso anno, sarà un’estate lunga e fantastica». Davanti al suo chiosco sono iniziati i lavori dei nuovi marciapiedi. «Li attendiamo da 30 anni. Certo, si poteva fare meglio, magari iniziandoli un po’ prima. Ma dovrebbero finire entro la fine di maggio e con le passarelle si potrà lavorare. Il vero problema è la Bolkestein. Io avrei voglia di migliorare l’offerta, proporre nuove cose. Invece non si può investire nulla senza certezze sul futuro, ci si limita alla manutenzione». Daniele Ercoli, Caracoles, lungomare sud, ribadisce il concetto. «Gli investimenti sono fermi. Faccio parte di Popolo Produttivo che è in prima linea nel cercare una soluzione, sempre in stretto contatto con il governo. Un impegno portato avanti soprattutto da Stefano Battistelli, titolare di Caribean, rappresentante nazionale. Per quanto riguarda la stagione, si lavora già con il ristorante e, se il tempo è bello, nel fine settimana. Positiva la rotatoria per snellire il traffico dei nostri clienti umbri».

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