Accoltellato e ucciso sul lungomare di Civitanova: c'è un secondo indagato, ma è irreperibile

Accoltellato e ucciso sul lungomare di Civitanova: c'è un secondo indagato, ma è irreperibile
CIVITANOVA - Tunisino ucciso sul lungomare Sud, c’è un secondo indagato: un connazionale 38enne, Chokri Tayari, irregolare in Italia e attualmente irreperibile. Ieri...

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CIVITANOVA - Tunisino ucciso sul lungomare Sud, c’è un secondo indagato: un connazionale 38enne, Chokri Tayari, irregolare in Italia e attualmente irreperibile. Ieri pomeriggio intanto, all’obitorio dell’ospedale di Civitanova, è stata eseguita l’autopsia sul corpo della vittima, Rached Amri, 30enne.

 

L’esame è durato circa cinque ore, i risultati dell’accertamento irripetibile saranno depositati entro 90 giorni. Il 38enne tunisino, accusato di concorso in omicidio con Haithem Saidi, 26 anni, cugino di secondo grado della vittima e attualmente detenuto nel carcere di Ascoli, è dunque irreperibile, gli è stato nominato un avvocato d’ufficio, il legale Marco Gasparri, che ieri mattina a mezzogiorno si è recato in Tribunale a Macerata insieme ai difensori di Saidi, gli avvocati Francesco De Minicis e Giuliano Giordani, per il conferimento dell’incarico al medico legale Roberto Scendoni. L’autopsia, disposta dal pubblico ministero titolare del fascicolo, Stefania Ciccioli, è iniziata verso le 13.30 ed è terminata verso le 18. All’accertamento ha partecipato anche il consulente di parte Massimo Mentili nominato dai difensori di Saidi. Il delitto era avvenuto nella tarda serata dell’8 agosto scorso nelle vicinanze del parco Palatucci. Haithem e il cugino 30enne si erano dati appuntamento lì, per gli inquirenti quella sera con Haithem c’era anche il connazionale Tayari. La discussione tra i due cugini si sarebbe fatta sempre più accesa finché Haithem aveva estratto un coltello e aveva sferrato un fendente contro il cugino all’altezza dell’emitorace superiore sinistro. Il 30enne era stato soccorso nell’immediatezza da uno straniero e portato da un giovane in ospedale, ma giunto ormai in condizioni gravissime al pronto soccorso, i medici non avevano potuto fare nulla per evitare il tragico epilogo.

 

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Corriere Adriatico