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CIVITANOVA - Tre minuti. Tanto c’è voluto per uccidere Rached Amri, il 30enne accoltellato a morte martedì sera nel parco Palatucci, in via Massimo D’Azeglio, sul lungomare Sud di Civitanova. Secondo le indagini della Procura ad uccidere il giovane tunisino è stato Saidi Haithem, cugino della vittima, che mercoledì scorso, dopo essere stato rintracciato da carabinieri e polizia, ha ammesso il fatto. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, i cugini si erano ritrovati nel parco insieme ad altri due connazionali: uno amico di Rached e l’altro di Haithem. Una scena ricostruita grazie alle telecamere di videosorveglianza del Comune che, sebbene non abbiano ripreso l’aggressione, testimoniano l’arrivo dei quattro. Da quando si recano sul posto alle immagini che riprendono Haithem fuggire insieme al suo amico, non passano più di tre minuti. Al vaglio, quindi, anche la posizione dell’amico dell’arrestato, ma per il momento non gli sarebbe contestato alcun reato.
La droga
L’incontro tra i giovani sarebbe legato a questioni di droga.
I filmati
Fondamentali, per gli inquirenti, sono stati i filmati delle telecamere incrociati con i dati delle celle telefoniche che in quel momento agganciavano la zona del delitto. Così sono giunti nel casolare di Porto Sant’Elpidio dove hanno trovato il 26enne nascosto sotto un balcone. In quella casa vittima e assassino vivevano insieme: entrambi clandestini, anche se Hiathem stava cercando di ottenere il permesso di soggiorno. Pare che i due portassero avanti l’attività di spaccio lungo la costa, tra le province di Fermo e Macerata. Il 26enne si trova ora nel carcere di Fermo. Dal momento che l’arresto è avvenuto a Porto Sant’Elpidio, sarà il Tribunale di Fermo ad occuparsi del caso: non è ancora stata fissata la data di convalida del fermo anche se non è escluso che possa tenersi domani. Nessuna data, al momento, nemmeno per l’autopsia sul corpo della vittima.
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Corriere Adriatico