Perizia psichiatrica su Ferlazzo, indagini sul video delle spycam. La Procura vuole chiedere l’incidente probatorio

CIVITANOVA - «Sono disperato, sono disperato». Lo ha ripetuto più volte Filippo Ferlazzo, che ieri mattina in carcere a Montacuto ha ricevuto la visita del suo...

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CIVITANOVA - «Sono disperato, sono disperato». Lo ha ripetuto più volte Filippo Ferlazzo, che ieri mattina in carcere a Montacuto ha ricevuto la visita del suo avvocato Roberta Bizzarri. Il trentaduenne di Salerno è accusato dell’omicidio del nigeriano Alika Ogorchuwku, avvenuto venerdì pomeriggio lungo corso Umberto I.

 

Un colloquio durato circa mezz’ora. «È distrutto per quello che è successo – racconta il legale –. Ho depositato l’istanza per autorizzare le visite della madre e della compagna, che lo andranno a trovare non appena possibile. Gli ho portato i loro saluti e quelli del datore di lavoro. Ho anche depositato in Procura tutta la documentazione sanitaria per la perizia psichiatrica». Ferlazzo si trova in cella con altri due detenuti. E come anticipato dall’avvocato Bizzarri, la mamma Ursula Loprete e la fidanzata Elena vogliono incontrarlo quanto prima.
Il procuratore facente funzioni Claudio Rastrelli, che coordina le indagini, ha chiesto alla questura di Salerno la documentazione medica riguardante lo stato psichico di Ferlazzo e quella relativa all’affidamento dell’incarico di amministratrice di sostegno alla mamma. Stando a quanto emerso, i primi contatti del giovane campano con il Dipartimento di salute mentale di Salerno risalgono al 2014, mentre la presa in carico definitiva è avvenuta nel 2017. Due anni dopo ad aggravare le condizioni del 32enne sarebbe stato l’uso di droga: crack e cannabis. Nel 2019 Ferlazzo è finito in comunità ed è stato dimesso a maggio 2020. Ha continuato le cure per 4 mesi e poi non si è presentato più ai controlli periodici. A dicembre dello stesso anno la mamma aveva chiesto l’aggravamento dell’invalidità del figlio, che è passata dall’80% al 100%. Nessun dubbio sulla dinamica dell’omicidio. Ci sono il video effettuato da una turista moldava e le immagini della videosorveglianza che hanno ripreso la scena da un’altra angolatura, compreso il primo approccio tra l’assassino e la vittima. Ma ora il nodo cruciale della vicenda giudiziaria è proprio quello della capacità di intendere e di volere al momento del fatto. E la Procura è intenzionata a chiedere al Gip una perizia con la formula dell’incidente probatorio. Si tratta dell’anticipazione di una prova, con il contraddittorio tra le parti, che avrà pieno valore nel processo. 


Ieri mattina l’avvocato Francesco Mantella, che tutela la famiglia del nigeriano, si è recato in Procura per conferire con il Pm Rastrelli. «Ci siamo confrontati - spiega il legale -. Il magistrato ha confermato che farà quanto necessario per approfondire la vicenda e seguire, se necessario, eventuali nuovi ambiti d’indagine. Ho trovato come sempre una grande disponibilità». I funerali di Ogorchuwku non sono ancora stati fissati. «I due fratelli di Alika vivono in Nigeria e sono in attesa del visto - sottolinea l’avvocato Mantella -. Non ci saranno novità prima dell’inizio della prossima settimana. Charity, moglie della vittima, è commossa per la grande vicinanza ricevuta in questi giorni». La donna ha ribadito: «Voglio giustizia: Ferlazzo non è matto, lui voleva uccidere Alika».

 

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Corriere Adriatico