CIVITANOVA - Era distesa per terra terra tra i binari, in una pozza di sangue: misteriosa aggressione notturna ad una donna alla stazione ferroviaria. L’allarme per una...
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È stato proprio il macchinista del convoglio a mettere in moto la macchina dei soccorsi. Sul posto, all’una e dieci circa, sono arrivate a sirene spiegate una ambulanza della Croce Verde e l’automedica del 118. Il personale medico e sanitario ha prestato le prime cure sul posto alla donna, che risulta essere una quarantacinquenne residente fuori Civitanova. Ai soccorritori della Croce Verde e ai medici del 118 la donna è riuscita a malapena a dire il suo nome. Poi niente altro, almeno nei momenti iniziali delle operazioni di soccorso. La donna, infatti, aveva difficoltà a parlare, ridotta in quelle condizioni, e non ha saputo spiegare, almeno in un primo momento, chi la avesse conciata così e, soprattutto, per quale motivo. Era ferita al volto, in modo particolare al sopracciglio ma vista la grande quantità di sangue non è escluso che la donna avesse anche altre ferite sul corpo, nascoste dai vestiti che indossava. Dopo le prime cure del caso, prestate direttamente in stazione, la donna è stata caricata a bordo dell’ambulanza della Croce Verde e trasportata al pronto soccorso dell’ospedale di Civitanova Alta per essere sottoposta, poi, ad accertamenti clinici e strumentali più approfonditi. Controlli volti a verificare, appunto, la presenza di altre ferite o eventuali lesioni. Sul posto, per chiarire i contorni di questa brutta vicenda di sangue, sono intervenuti gli agenti del commissariato di polizia. Le indagini per ricostruire cosa sia accaduto alla quarantacinquenne prima di essere soccorsa in quello stato sono in corso.
Nella zona della stazione ferroviaria ci sono alcune telecamere di videosorveglianza e l’attenzione di chi indaga è, ovviamente, puntata lì. I filmati degli occhi elettronici posizionati in stazione, infatti, potrebbero avere immortalato elementi utili agli inquirenti per fare luce sull’episodio e svelare l’identità degli aggressori. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico