Il presidente del consiglio comunale Troiani scagionato dall’accusa di violenza sessuale

Il presidente del consiglio comunale Troiani scagionato dall’accusa di violenza sessuale
CIVITANOVA - «Il reclamo è infondato e dev’essere rigettato». Il giudice conferma l’archiviazione del procedimento per violenza sessuale a carico di...

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CIVITANOVA - «Il reclamo è infondato e dev’essere rigettato». Il giudice conferma l’archiviazione del procedimento per violenza sessuale a carico di Fausto Troiani e condanna la donna che lo aveva accusato al pagamento delle spese del procedimento. L’ordinanza a firma del giudice Francesca Preziosi è stata depositata ieri. 

 
La vicenda invece era venuta alla luce a fine dicembre scorso quando il presidente del consiglio comunale risultò indagato per lesioni e violenza privata: per l’accusa avrebbe colpito una romena di 30 anni più giovane, con uno schiaffo (che le aveva perforato il timpano) costringendola a restare in casa. Questi fatti sarebbero avvenuti a luglio dell’anno scorso. La giovane però, all’epoca, raccontò anche altro: parlò di “umiliazioni sessuali” e disse di essere stata costretta da Troiani a un rapporto sessuale non consenziente.

La Procura aprì un fascicolo per accertare i fatti, per due volte sentì la giovane che affermò di non ricordare con precisione quando sarebbe avvenuto il rapporto non voluto. Sotto la lente degli inquirenti finirono anche i messaggi Whatsapp scambiati tra l’ex vicensindaco e la 35enne e fu proprio il tenore dei messaggi inviati, insieme ad altre circostanze, a convincere la Procura che l’accusa di violenza sessuale non fosse sostenibile in giudizio e chiese l’archiviazione. La donna però, tramite l’avvocato Paolo Carnevali, presentò opposizione, ma il gip Domenico Potetti archiviò de plano. Era il 16 gennaio di quest’anno. Per il Gip, che nell’atto invitava il Pm a valutare se procedere per il reato di calunnia nei confronti della donna, sarebbe emersa in maniera evidente la consensualità del rapporto sessuale.

Il Gip parlò infatti di “formidabili conferme” nei messaggi scambiati tra i due: in quello inviato il giorno dopo la presunta violenza sessuale il tono della donna nei confronti di Troiani sarebbe stato affettuoso e in un Sms inviato circa un mese dopo, per il giudice, sarebbe chiara l’insussistenza del reato. Per il magistrato, dunque, l’opposizione era inammissibile. A quel punto la donna, tramite l’avvocato Carnevali, aveva presentato reclamo lamentando la nullità del decreto e la vicenda è finita all’attenzione del giudice Preziosi. 


Per il giudice il Gip ha ben motivato nell’archiviazione la superfluità delle indagini suppletive richieste dal legale della donna che, a suo avviso, erano tese ad accertare fatti del tutto irrilevanti rispetto a quanto già emerso a sostegno invece dell’infondatezza dell’ipotesi accusatoria. Si sarebbe trattato di un’accusa debole basata su un racconto ritenuto non credibile. Il giudice, dunque, ha confermato il decreto di archiviazione emesso a gennaio nei confronti di Troiani, tutelato dagli avvocati Gian Luigi Boschi e Tiziano Luzi, e ha condannato la controparte al pagamento delle spese del procedimento. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico