CIVITANOVA - Sono riprese questo pomeriggio, con l'attenuarsi del moto ondoso, le ricerche dei due marittimi dispersi in mare a seguito del naufragio della cozzara...
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Leonardo Coccia e Aldo Leo, i due marittimi scampati al naufragio del moropesca 'Sparvierò, sono già stati ascoltati in ospedale dagli uomini della Guardia costiera di Civitanova Marche, cui è affidata l'inchiesta sommaria sul disastro. Sentiti anche i marittimi imbarcati sulle cozzare «Aretusa» e «Mattia Primo» che sono arrivate per prime sul luogo del naufragio prendendo a bordo 4 membri dell'equipaggio, due dei quali sono poi morti in ospedale. Il sostituto procuratore della Repubblica di Macerata, Cristina Polenzani, ha intanto aperto un fascicolo di indagini, ma per procedere con l'invio di avvisi di garanzia è in attesa di un primo rapporto da parte delle autorità marittime. Avvisi di garanzia che permetterebbero agli indagati di nominare i propri periti, che dovranno assistere alle autopsie delle due vittime accertate, Michele Fini e Giorgio Toma. Tra gli aspetti che dovranno chiarire le indagini, se il personale a bordo (in particolare i tre romeni) fosse in regola (il registro di bordo prevedeva peraltro un equipaggio di quattro persone e non di sei) e se avesse la preparazione necessaria per esercitare la pesca, avendo anche poca esperienza di nuoto. Se venissero riscontrate irregolarità, finirebbe con l'essere coinvolto anche l'armatore, Ferdinando Coccia, padre di Leonardo e titolare della Euromitili che commercializzava le cozze pescate dallo 'Sparvierò nell'allevamento che si trova ad un miglio e mezzo dalla costa all'altezza della foce del fiume Chienti e in corrispondenza con la piattaforma petrolifera. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico