CIVITANOVA - Arrestato per resistenza e spaccio, aveva patteggiato ed era tornato in libertà. Dopo 10 giorni è finito di nuovo in manette per spaccio e di nuovo...
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I poliziotti che alle 18 stavano pattugliando la zona alle spalle della stazione, da lontano lo avevano riconosciuto (Abssi era stato arrestato sempre dagli agenti del commissariato il 10 agosto in corso Dalmazia) e lo avevano bloccato per un controllo. In tasca aveva dosi già pronte per essere vendute ai tossicodipendenti, in totale 4,15 grammi di eroina e 1,40 grammi di cocaina. In una tasca del marsupio, arrotolate c’erano nove banconote da 50, altrettante da 20 e due banconote da 5 euro, e poi due cellulari. Arrestato, ha trascorso la notte nella camera di sicurezza del commissariato come disposto dal pubblico ministero di turno, il sostituto procuratore Enrico Barbieri, e ieri è stato condotto in Tribunale per essere processato per direttissima. In attesa che il processo iniziasse gli agenti lo hanno fatto entrare nella cella di sicurezza che si trova all’interno dell’aula 1 e lì si era steso supino su una panca, è stato il pubblico ministero d’udienza Francesca D’Arienzo a richiamarlo e ad invitarlo ad assumere un atteggiamento più rispettoso. Poi l’udienza è iniziata. Assistito dal suo legale di fiducia, l’avvocato Antonio Renis, il libico ha riferito al giudice Federico Simonelli e al pm D’Arienzo di non avere una casa, né amici e di arrangiarsi a lavorare saltuariamente nei campi come bracciante. In merito alla droga e ai soldi che aveva addosso ha invece detto: «La droga era per me, la fumo io, mentre i soldi mi sono stati mandati dai miei familiari che sono in Libia».
Il pubblico ministero ha chiesto l’applicazione del divieto di dimora nelle province di Macerata e Fermo, ma il giudice ha disposto, come chiesto dall’avvocato Renis, la misura meno afflittiva dell’obbligo di firma giornaliero. Dopo la convalida dell’arresto, dunque, Abssi è tornato in libertà, ritornerà in tribunale per la prosecuzione della direttissima il prossimo 24 settembre. Il 10 agosto scorso il libico era stato arrestato sempre dalla polizia dopo una rocambolesca fuga. Per sottrarsi al controllo si era buttato da una balconata alla fine di corso Umberto per poi correre verso corso Dalmazia lì, raggiunto, aveva reagito sferrando calci e pugni contro un poliziotto. Nella fuga aveva buttato un pacchetto di sigarette con dentro sette ovuli di cocaina e due di eroina. Per quei fatti ha patteggiato un anno pena sospesa. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico