L’Academy sotto choc, Bruscantini trovato morto in casa. Era l'autista dei baby calciatori

L’Academy sotto choc, Bruscantini trovato morto in casa. Era l'autista dei baby calciatori
CIVITANOVA Non è passato con il pulmino a prendere i ragazzi per portarli all’allenamento di calcio, non rispondeva al telefono e poi neanche al citofono. Purtroppo...

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CIVITANOVA Non è passato con il pulmino a prendere i ragazzi per portarli all’allenamento di calcio, non rispondeva al telefono e poi neanche al citofono. Purtroppo Giuseppe Bruscantini era già morto. Un improvviso malore lo ha folgorato nella sua abitazione a San Marone, dove intorno alle 18, dopo aver aperto a forza la porta, i soccorritori hanno solo potuto costatarne il decesso. Aveva 66 anni e viveva da solo in una casa in via Fogazzaro, angolo via Dante Alighieri. 


 

Da poco in pensione, proprio quest’anno ha iniziato a collaborare con la società sportiva Academy Civitanovese. Faceva l’autista per i più piccoli. Con il pulmino della società, che ha sede nel campo sportivo di Civitanova Alta, passava a prendere i ragazzini nei vari punti di ritrovo della città. È stato proprio Paolo Squadroni, il presidente dell’Academy, a dare l’allarme. «Nel pomeriggio ho ricevuto alcuni messaggi nella chat delle mamme dei nostri ragazzi che avvertivano il fatto che il pulmino non fosse passato. Pensavo al traffico delle feste ed ho chiesto di aspettare ancora un po’. Ho provato a chiamare Giuseppe ma non ho avuto risposte. Abbiamo quindi chiamato altri genitori per sapere se avesse fatto il primo giro. Non era proprio passato. A quel punto sono andato a casa sua e non rispondeva neanche al citofono. Il furgone era davanti casa. Allora ho chiamato il 112, sperando di scomodarli per nulla». Invece poi l’atroce sorpresa. Ad aprire la porta i vigili del fuoco. Subito dopo l’arrivo dell’ambulanza. Ma non c’era più nulla da fare. «Una grande perdita per tutti coloro che lo conoscevano – dice ancora Squadroni – una persona affabile e simpatica che aveva conquistato tutti i calciatori più piccoli. Domenica scorsa abbiamo fatto la cena sociale di Natale. Quando Peppe è entrato nella stanza dove mangiavano i ragazzi, è stato accolto da un’ovazione. Non ci posso ancora credere».

 

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Corriere Adriatico