CIVITANOVA - È questione di giorni e poi verranno interrogati dai carabinieri i due tunisini protagonisti della feroce aggressione nell’appartamento di via Pavese a...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE:
Coronavirus, le Marche tornano a quota zero: nessun positivo su quasi 600 tamponi. É la terza volta/ I test effettuati in tutta Italia in tempo reale
Era scomparsa nel nulla da sabato: Renata trovata morta in una scarpata
È emerso che tutti e tre i tunisini, già noti alle forze dell’ordine, sono soliti muoversi tra Civitanova, dove vivono, e quelle zone di Lido Tre Archi tristemente note per vicende di spaccio di sostanze stupefacenti. E appare, ormai, questo il contesto entro il quale è maturata l’aggressione a colpi di coltello che ha messo in allarme una via intera del quartiere di San Marone.
I due tunisini rimasti feriti, il quarantasettenne ricoverato all’ospedale di Torrette, ad Ancona, e il suo giovane connazionale operato d’urgenza a Civitanova, non sono ancora stati sentiti dai carabinieri. Si attendono, infatti, i tempi dettati dai protocolli Covid-19. Stanno entrambi meglio, dopo essere stati operati, e per diverso tempo sono rimasti sedati. Per il quarantasettenne, finito all’ospedale dorico con una serie di coltellate su tutto il corpo, trenta giorni di prognosi. I carabinieri della Compagnia di Civitanova, guidati dal capitano Massimo Amicucci, nel frattempo, proseguono le loro indagini a ritmo serrato.
Non è stato ancora sentito neppure il terzo tunisino, il diciassettenne che sabato sera, intorno alle 22.30, è stato bloccato e arrestato dai carabinieri perché su di lui pendeva un ordine di carcerazione per vecchi reati pregressi, legati allo spaccio di sostanze stupefacenti. Ora si trova rinchiuso in una struttura protetta, per minorenni, fuori dalle Marche. Il suo ruolo è ancora da chiarire. Soltanto i tre tunisini potranno chiarire cosa sia effettivamente successo nell’appartamento a San Marone. I carabinieri, comunque, stanno lavorando su più fronti e le indagini proseguono. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico