Aggressione choc al pronto soccorso: tre infermieri presi a calci e pugni da un giovane

Aggressione choc al pronto soccorso: tre infermieri presi a calci e pugni da un giovane
CIVITANOVA - Aggressione choc al pronto soccorso di Civitanova Marche, tre infermieri sono rimasti feriti. Due hanno una prognosi di 20 giorni. I fatti sono accaduti ieri sera,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

CIVITANOVA - Aggressione choc al pronto soccorso di Civitanova Marche, tre infermieri sono rimasti feriti. Due hanno una prognosi di 20 giorni. I fatti sono accaduti ieri sera, sabato, intorno alle 21. Un giovane è entrato al pronto soccorso, dove era appena stata portata la sua compagna con un codice rosa, e ha dato in escandescenza colpendo a calci e pugni i sanitari. Sul posto sono intervenute una guardia giurata e la polizia che ha portato via l'uomo.

 

«Sono davvero intollerabili le violenze e le intimidazioni verso il personale della sanità.  Anche ieri un soggetto si è reso protagonista di un episodio del genere presso il pronto soccorso di Civitanova Marche - commenta l'assessore regionale alla sanità e sicurezza urbana Filippo Saltamartini -. Gli infermieri ed i medici sono i professionisti sanitari più colpiti nel nostro Paese. Si parla di oltre 100.000 aggressioni fisiche in Italia, negli ultimi anni. La situazione si è peraltro aggravata con le misure di contenimento degli accessi per il Covid nelle strutture sanitarie. L’Inail parla del 46% di aggressioni agli infermieri (sono i primi nel contatto di triage) e del 6% ai medici ogni anno. La mancata denuncia o querela degli operatori sanitari (c.d. numero oscuro) rende il fenomeno ancora sottostimato",  ha aggiunto Saltamartini.


"Tuttavia  nei reparti e nei parcheggi si assiste a fenomeni di criminalità predatoria (piccoli furti), anch’essi sottostimati, che richiedono l’apertura di posti di polizia. Non si capisce – ha ribadito Saltamartini- perché di fronte a questi fatti, in molte Province della nostra Regione, sono stati chiusi i presidi di polizia presso i principali ospedali, lasciando questi servizi coperti solo da guardie giurate e per quelli esistenti l’organico è così esiguo che se ne compromette la funzionalità. Anche il servizio sanitario sconta la carenza di migliaia di medici e infermieri, ma il personale deve essere difeso alla stregua di ogni altro cittadino.


Ho già preparato una lettera per il Ministero dell’Interno a cui compete la responsabilità della tutela della sicurezza pubblica per riaprire in tutti gli ospedali di primo e secondo livello un presidio fisso di polizia". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico