Civitanova, il prof: «Minacciato di morte». Bufera dopo l'incontro sull'antifascismo

Matteo Simonetti
CIVITANOVA  - Il dibattito social sulla bagarre avvenuta giovedì scorso all’incontro dell’Anpi presso l’istituto Da Vinci sta debordando. Il docente...

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CIVITANOVA  - Il dibattito social sulla bagarre avvenuta giovedì scorso all’incontro dell’Anpi presso l’istituto Da Vinci sta debordando. Il docente di storia e filosofia Matteo Simonetti (nella foto), che ha innescato lo scontro intervenendo sul tema dell’antifascismo, ha scritto su Facebook di aver ricevuto minacce personali. 


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Su un profilo social riconducibile al docente (che in rete utilizza un altro nome) si legge: «Le Sardine delle Marche minacciano di morte me e la mia compagna». Il post riporta lo screenshot di un commento apparso su Fb, contenente l’espressione «topi di fogna» e in cui si fa riferimento all’uso di «fucili» e «pallottole in fronte». Il professore annuncia: «ho inviato gli screenshot (riferiti anche ad altre presunte minacce, ndr.) e la rassegna stampa di questi giorni all’avvocato. Stavolta si va fino in fondo». Non tarda la risposta delle Sardine Marche che, tramite il creatore della pagina Fb del movimento Giorgio Mattiuzzo, respingono le accuse e si dissociano dai messaggi di odio.



«Le Sardine Marche sono contrarie a qualunque forma di violenza – puntualizza Mattiuzzo – e sono del tutto estranee ai fatti avvenuti a Civitanova e a tutto quello che ne è conseguito. La persona a cui viene attribuito il commento violento non è assolutamente un esponente delle Sardine». All’istituto Da Vinci proseguono gli strascichi della vicenda, che ha avuto clamore nazionale. Dopo la presa di distanza di un gruppo di docenti dalle tesi di Simonetti e dopo la lettera di una classe presente all’iniziativa dell’Anpi, in cui si difende il professore e si accusano gli organizzatori dell’incontro, arriva la notizia che nella notte fra domenica e lunedì sono stati affissi fuori dalla scuola striscioni a sostegno di Simonetti. I cartelli sarebbero opera di qualche studente e sono stati poi rimossi. Contenevano gli slogan «Non condivido la tua idea ma darei la vita perché tu possa esprimerla» e «Interrogato su quale fosse la cosa più bella tra gli uomini disse: la libertà di parola». 

Un gruppo di oltre 20 ragazzi fra studenti ed ex studenti del Da Vinci ha intanto sottoscritto e divulgato una lettera in difesa dell’istituto, nella quale viene rimarcato il valore non negoziabile dell’antifascismo. «La nostra scuola ci educa e ci ha educato al confronto e al pluralismo ideologico – si legge nel testo -, condannando ogni forma di totalitarismo. Nel nostro liceo non vi è stata nessuna strumentalizzazione politica in passato e nemmeno oggi, in occasione del convegno riguardante l’antifascismo. Quest’ultimo è un valore apartitico, non politicizzabile, e contraddistingue tutti coloro che credono nel rispetto e nella libertà». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico