Studenti in piazza contro la guerra e per sostenere la popolazione ucraina

Studenti in piazza contro la guerra e vivo sostegno alla popolazione ucraina
CINGOLI  - Tutto il mondo scolastico cingolano è sceso in piazza contro la guerra e a sostegno della popolazione dell’Ucraina. Oltre mille studenti tra...

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CINGOLI  - Tutto il mondo scolastico cingolano è sceso in piazza contro la guerra e a sostegno della popolazione dell’Ucraina. Oltre mille studenti tra l’Alberghiero, il Liceo e alcune classi dell’Istituto Comprensivo e un centinaio di professori hanno preso parte alla manifestazione che si è tenuta ieri mattina in piazza Vittorio Emanuele II: tanti i cartelli esposti dai ragazzi con messaggi di pace. L’iniziativa è stata organizzata dall’Istituto Alberghiero “Varnelli” che ha aperto l’evento con un intervento della preside Antonella Canova.

 

Poi hanno parlato la professoressa Elena Schiavoni (Liceo), la dirigente scolastica Emanuela Tarascio (Istituto Comprensivo “Mestica) e l’assessore comunale Martina Coppari. Ci sono state anche due testimonianze da parte di due donne ucraine che hanno ringraziato i presenti per questa manifestazione di solidarietà. «Come è scoppiato il conflitto mi sono subito organizzata per andare in Ucraina a Cernivtsi a prendere i miei due figli, Valentino di 14 anni e Alina di 16 anni – ha raccontato Mariana Saavihk residente a Cingoli – Due giorni per arrivare al confine con la Romania e Polonia, poi diversi chilometri a piedi per raggiungere Cernivtsi. Tre giorni per ritornare. Colonne di macchine e pullman che uscivano dall’Ucraina. Tanta gente a piedi, soprattutto donne con i propri bambini. Ritornata a Cingoli dopo un viaggio molto faticoso, con l’aiuto di alcune amiche ho iniziato a cercare una scuola disponibile ad accogliere i miei due figli. E l’Alberghiero di Cingoli mi ha subito dato la propria disponibilità. Per loro non sarà subito facile perché non parlano italiano ma la scuola si sta organizzando anche per superare questo ostacolo e agevolare il più possibile il loro inserimento».

Ma Mariana Saavihk è molto preoccupata perchè in Ucraina ci sono i genitori e i fratelli. «Mio padre ha 70 anni e mia madre 68 anni. Non vogliono muoversi. Non hanno voluto lasciare il Paese altrimenti mi sarei organizzata anche per loro – ci ha spiegato la signora Saavihk – Non vogliono lasciare la casa, quello che hanno realizzato con tanti sacrifici. Poi ho quattro fratelli e una sorella, e anche loro al momento non sono intenzionati a venire in Italia. Sono molto preoccupata per loro».

 

 

 

 

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Corriere Adriatico