Vanno a funghi con l’auto nel bosco e vengono multati, loro si rivolgono a un legale per il ricorso

Il segnale di divieto di accesso al bosco del Monte Nero
CINGOLI - Nonostante ormai sia diventato l’argomento del giorno non solo per i cercatori di funghi, le forze dell'ordine continuano a multare chi si addentra con il...

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CINGOLI - Nonostante ormai sia diventato l’argomento del giorno non solo per i cercatori di funghi, le forze dell'ordine continuano a multare chi si addentra con il proprio mezzo nei boschi del Monte Nero. La passione dei cercatori di funghi da queste parti è talmente forte che c’è ancora chi va incontro al rischio di essere “pizzicato” con il proprio mezzo all’interno della boscaglia interdetta ai mezzi a motore.

 

 

Parliamo del luogo più frequentato tra i boschi locali con una maggiore presenza in questo periodo non solo di cingolani ma di tanti appassionati provenienti anche dall’Anconetano. Nei due ingressi principali (uno dalla figuretta di San Cristoforo e l’altro dopo Villa Pozzo, lungo la strada provinciale 26 Cingoli-Apiro) per entrare all’interno del Monte Nero la segnaletica è ben chiara con il divieto di accesso indicato dall’art. 5 della Legge regionale 52 del 1974 a tutela delle aree boschive e degli ambienti naturali di proprietà pubblica. Non si può entrare con auto, furgonati, moto e quad. È consentito entrare dietro autorizzazione soltanto per esigenze produttive e di pubblica utilità. 

Fino a l’altro ieri erano state fatte 44 multe, di cui 38 ai proprietari di auto, 2 a persone che girovagavano con il proprio quad e 4 sono state le sanzioni motociclisti che percorrevano la strada demaniale. Le sanzioni pecunarie per le violazioni delle norme vanno da un minimo di 20,66 euro ad un massimo di 123,95 euro. Ma intanto i cercatori di funghi non restano passivi, nel senso che pur consapevoli di essere nel torto (anche se qualcuno già si è rivolto ad un legale per verificare se c’è la possibilità per un ricorso), c’è tra loro chi è intenzionato ad istituire un comitato locale ed aprire una raccolta di firme per cercare di modificale quella legge regionale. 

Come sempre, però tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Siamo di fronte ad un’idea che va sicuramente costruita: dalla costituzione del comitato al lancio della raccolta delle firme. Su questa strada ci sono stati i primi movimenti con alcuni cingolani che si sono recati da un legale per approfondire la questione.
 

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Corriere Adriatico