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L’hanno creata i suoi bisnonni, l’hanno cresciuta i nonni, i suoi genitori rischiavano di vederla affondare quando nel 2016, pochi mesi dopo la sua laurea, il terremoto ha danneggiato gravemente tutto quello avevano: casa e azienda. «Vedevamo il centro storico di Camerino da qui, si vedevano i coppi volare durante le scosse», ricorda Barbara. Che però non ha voluto mollare, anzi, ha rilanciato: ha preso in mano la ditta e gli ha dato una nuova vita: una rinascita, appunto.
«Rischiava di scomparire»
«Era una piccola impresa che rischiava di scomparire, ma negli ultimi anni di studi sentivo che la mia strada non era la geologia ma proprio quella in cui ero cresciuta – racconta la giovane imprenditrice camerte –.
La ricostruzione
«Stalle, punto vendita, laboratori, tutto nei container, sono stati anni duri soprattutto quelli a cavallo della pandemia, che è stato un colpo durissimo – spiega Barbara – è stato necessario demolire i vecchi manufatti e costruirne di nuovi ma da fine 2022 finalmente siamo riusciti a vedere la luce. I danni erano stati di circa 30mila euro, ma non sono stati coperti in toto con fondi della ricostruzione, diciamo che hanno coperto circa il 90% del necessario. Ma soprattutto il percorso è stato pieno di difficoltà e tempi che si sono dilatati per svariate questioni. Abbiamo avuto un problema con fornitore di energia elettrica e Comune per un lampione che ci ha fatto perdere 4-5 mesi. Poi ci si è messo il caro delle materie prime, una continua rincorsa. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta». Oggi “La rinascita” è un’azienda che conta circa 35 tra mucche e vitelli, 70 pecore e 60 arnie con le api, con un punto vendita con carni, salumi, marmellate e miele prodotti tutti in loco. «Ora i nostri pensieri sono tutti per la nostra abitazione principale e ci preoccupa molto perché si prospettano tempi lunghi. Ma non molliamo, il pensiero di farlo c’è stato nei momenti più duri: ma non lo faremo oggi».
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