Lettera per chiudere il carcere di Camerino. Il sindaco si ribella e promette battaglia: «È inaccettabile»

Il sindaco di Camerino Sandro Sborgia
CAMERINO - Il terremoto l’ha reso inagibile e svuotato, l’amministrazione della giustizia ora vuole cancellarlo. Una lettera giunta al sindaco, al procuratore della...

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CAMERINO - Il terremoto l’ha reso inagibile e svuotato, l’amministrazione della giustizia ora vuole cancellarlo. Una lettera giunta al sindaco, al procuratore della Repubblica e al presidente degli avvocati rischia di mettere una pietra tombale sulle speranze di Camerino di riavere il carcere.

 

Nella lettera si comunica l’intenzione di dismettere la struttura chiusa dal 2016, cancellando con un colpo di spugna tutte le dichiarazioni di intenti e gli atti sottoscritti negli anni passati non solo per riaprire, ma addirittura per avere una struttura nuova. Il carcere era ospitato in un convento del ‘400 in centro storico, ospitava una quarantina di detenuti ed è stato giudicato inidoneo.

Il sindaco Sborgia ha promesso battaglia: «Inaccettabile», ha definito la decisione, annunciando incontri con la procura e contatti con le istituzioni; «dobbiamo scongiurare in tutti i modi la chiusura». Un epilogo che, se confermato, sa di beffa, resa ancor più crudele dalle assicurazioni date a istituzioni locali e cittadini nei momenti più crudi del post sisma. Sì, perché già nel novembre del 2017, solo un anno dopo le scosse più devastanti, l’allora commissario De Micheli disse che «il ministero ha già la disponibilità finanziaria al nuovo carcere». Solo un mese dopo la commissione Bilancio della Camera approvò l’emendamento di Irene Manzi diretto ad assicurarne le risorse. Parole e atti affidati al vento.

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Corriere Adriatico