Medico di base in pensione, i sindaci di Belforte e Caldarola si mobilitano

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CALDAROLA - Medici di medicina generale: territori alle prese con i pensionamenti e la carenza di personale. Ora il tema riguarda Caldarola e Belforte del Chienti. I rispettivi...

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CALDAROLA - Medici di medicina generale: territori alle prese con i pensionamenti e la carenza di personale. Ora il tema riguarda Caldarola e Belforte del Chienti. I rispettivi sindaci, Luca Maria Giuseppetti e Alessio Vita, hanno infatti acceso i riflettori sull’imminente pensionamento del dottor Giovambattista Lommano che al momento svolge servizio ambulatoriale nei due Comuni.


 

«Abbiamo subito attivato contatti - dice Giuseppetti - contatti con la competente Ast, per garantire ai cittadini la continuità del servizio di assistenza del medico di base. È nota, tuttavia, la carenza dei medici di medicina generale, non solo nel nostro territorio, tanto che diversi bandi già indetti a tale scopo, sono andati purtroppo deserti. Abbiamo offerto all’Ast la nostra disponibilità per concedere ai medici di base operanti nella cittadina, l’utilizzo dei locali della Guardia medica, con orari non sovrapponibili tra le due funzioni e a fronte di un minimo canone che copra le spese sostenute dall’ente, in modo da consentire ai medici di fruire a modico costo di un ambulatorio che altrimenti avrebbe comportato in capo a loro un onere ben più elevato per la sua predisposizione integrale altrove». L’amministrazione resta quindi in attesa di un riscontro da parte dell’azienda sanitaria «con la piena volontà e determinazione di mantenere il servizio nel paese ed evitare ai cittadini di Caldarola difficili spostamenti in altri Comuni per ricorrere alle cure del medico di base».



Anche il sindaco di Belforte, Alessio Vita si è mosso in vista del pensionamento di Lommano che lascerà vacante l’ambulatorio di Belforte. «Già da diverso tempo ho interessato l’Ast per questa problematica - dice -, perché lasciare il nostro comune senza dottore rappresenterebbe un grave problema per molti concittadini che sarebbero costretti a spostarsi in altri Comuni. Purtroppo la situazione è complicata perché i medici di medicina generale scarseggiano e quelli presenti sono già in deroga con il numero di mutuati. Personalmente sono in contatto con un altro medico, il quale sta mostrando molta sensibilità alla nostra problematica, sebbene anch’esso sia praticamente saturo. Non appena avrò aggiornamenti li comunicherò tempestivamente». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico