OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Un piccolo segno per un parziale ritorno alla normalità, per non dimenticare storia e tradizioni. L’associazione Arquata Potest ha regalato a tutta la comunità di Arquata del Tronto il ripristino del sentiero che porta verso la chiesa del Santissimo Salvatore. Una chiesa che si trova in posizione strategica, tra il capoluogo e la frazione di Borgo, nei pressi della Salaria e raggiungibile anche da Trisungo.
Il simbolo
La chiesa è considerata dall’associazione il simbolo delle condizioni del capoluogo dopo il sisma del 2016. «Le sue condizioni - sostiene - ricordano quelle in cui tutt’ora versa mezzo Comune di Arquata con le sue frazioni perimetrate, incluso il capoluogo stesso, totalmente privo di cantieri.
Il lavoro
Ma la voglia di voler rimettere al centro della città e della discussione la chiesa del Santissimo Salvatore nasce sì dalla passione dell’associazione, ma anche da un lavoro iniziato a partire dallo scorso anno insieme a due altre realtà associative del territorio, “Arquata Futura” e “Arquata Proprietari Capoluogo”. Le associazioni hanno chiesto chiarimenti alla Diocesi di Ascoli Piceno (soggetto attuatore e proprietario dell’edificio di culto), alla Struttura Commissariale e all’Usr in merito all’assenza della chiesa dall’ordinanza speciale 19 del luglio 2021 e da quella di fine 2022 contenente l’elenco degli edifici di culto la cui ricostruzione era stata approvata. «La mancanza della chiesa aveva insospettito non poco le associazioni, che nei mesi scorsi hanno continuato a relazionarsi con gli uffici competenti, grazie al supporto del Comune di Arquata del Tronto, al fine di avere maggiori informazioni in merito. La chiesa – spiega l’associazione - del resto non ha altri edifici danneggiati intorno, e pertanto il cantiere potrebbe potenzialmente essere avviato anche da subito: di certo questo potrebbe essere un bel segnale per la comunità, considerando che ad oggi non sono presenti chiese in muratura ricostruite nei paesi di Borgo e Arquata».
Il primo passo
È questo un primo passo, secondo l’associazione, necessario per mantenere alta l’attenzione nei confronti del luogo di culto e per consentire anche l’accesso senza troppi problemi ai tecnici per eventuali sopralluoghi. «Questo nell’attesa che alle rassicurazioni verbali ricevute finora segua poi a tutti gli effetti l’inserimento della chiesa all’interno della rispettiva ordinanza, mettendo finalmente nero su bianco la necessità di restituire al più presto ad Arquata uno dei suoi luoghi simbolo».
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico