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Mente annebbiata, irascibilità, stanchezza maggiore del solito. Sono passati ormai alcuni giorni dallo spostamento delle lancette un’ora avanti, imposto dal debutto dell’ora legale, e c’è chi ancora accusa il colpo. Succede pure quando il movimento degli ingranaggi dell’orologio va in senso inverso, quindi con il ritorno dell’ora solare. Gli esperti parlano di mini jet lag. Le “vittime” ideali? «Gufi e allodole estremi», spiega Carolina Lombardi, direttore del Centro medicina del sonno dell'Istituto Auxologico San Luca, Milano.
L’adattamento
È possibile che durì così a lungo? «È molto soggettivo - evidenzia l’esperta - nel senso che tutti i cambiamenti di orario richiedono un adattamento del nostro organismo.
La crociata
Quella lanciata dall’Aasm è proprio una crociata contro l’ora legale. Per questi esperti si «dovrebbero eliminare i cambi orari stagionali a favore di un orario fisso, valido tutto l'anno. E le evidenze attuali supportano l’adozione dell'ora standard», l’ora solare, «che si allinea meglio con la biologia circadiana umana». Gli scienziati che vorrebbero l’addio all'ora legale puntano sul fatto che è meno allineata con la fisiologia circadiana intrinseca e interromperebbe la naturale regolazione stagionale dell’orologio umano a causa dell'effetto della luce della tarda serata sul ritmo circadiano. L’ora legale comporta più oscurità nelle ore mattutine e più luce nelle ore serali. E secondo quanto scrivono gli esperti Usa nel testo che riassume la loro posizione, esistono prove che l’orologio biologico non si adatta all’ora legale anche dopo diversi mesi. Si parla di “jet lag sociale”. Perché? Il termine jet lag, spiega Lombardi, «generalmente indica la necessità di adattarsi quando noi ci spostiamo in fusi orari differenti. Il termine di jet lag sociale indica la necessità obbligata dall’esterno di adattarsi a dei ritmi sociali che sono diversi da quelli biologici. E questa necessità di adattamento ci porta a una privazione di sonno, che è quella che poi dà le conseguenze».
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Corriere Adriatico