Giudice assolve marito violento per «motivi culturali», la Procura di Brescia si dissocia: «Ripudiamo le sue parole»

La risposta del procuratore Francesco Prete

Il pm assolve il marito violento per «motivi culturali», la Procura di Brescia si dissocia con una nota
La Procura di Brescia si dissocia dalla decisione del pm che ieri ha chiesto l'assoluzione dell'uomo del Bangladesh accusato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

La Procura di Brescia si dissocia dalla decisione del pm che ieri ha chiesto l'assoluzione dell'uomo del Bangladesh accusato di aver maltrattato la moglie. A scriverlo in una nota il procuratore Francesco Prete.

 

Cosa è successo

Nella giornata di ieri, un magistrato della Procura di Brescia ha chiesto l'assoluzione di un uomo di origine bengalese accusato di maltrattamenti nei confronti della moglie, dopo aver spiegato che «La compressione delle libertà morali e materiali della parte offesa da parte dell'imputato sono il frutto dell'impianto culturale e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge».

La Procura di Brescia ha deciso però oggi di dissociarsi con un comunicato del procuratore Francesco Prete: «La procura ripudia qualunque forma di relativismo giuridico, non ammette scriminanti estranee alla nostra legge ed è sempre stata fermissima nel perseguire la violenza, morale e materiale, di chiunque, a prescindere da qualsiasi riferimento "culturale", nei confronti delle donne». 

Riguardo alle affermazioni del pm in aula, il procuratore Francesco Prete sottolinea che «in base alle norme del codice di procedura penale (...) nell'udienza, il magistrato del pubblico ministero esercita le sue funzioni con piena autonomià e che sulla scorta dell'ordinamento giudiziario, le conclusioni rassegnate in aula non possono essere attribuite all'ufficio nella sua interezza, ma solo al magistrato che svolge le funzioni in udienza».

Oltre a prendere le distanze a nome dell'ufficio dal sostituto bresciano, il Procuratore ha tenuto a sottolineare che «le richieste di ispezioni ministeriali tese a verificare tale assunto ci lasciano assolutamente tranquilli, essendo tutti i magistrati dell'ufficio sicuri di avere sempre agito nel rispetto della legalità, secondo i parametri fornitici dalla Costituzione e dalla legge».

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico