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Un'altra strenna targata Luca Merisio. È nelle librerie "Treni ad altRa velocità. Alla scoperta delle ferrovie locali, dei territori che valorizzano e delle comunità che mettono in rete", 42esimo volume della collana "Italia della nostra gente" dell'editrice Ecra.
Il filo conduttore
Filo conduttore della pubblicazione di quest'anno è la ferrovia che nel secondo dopoguerra rappresentò una delle spine dorsali dell'Italia del boom economico. «Si tratta di un libro spiega Luca Merisio, autore degli scatti fotografici che racconta un viaggio fatto di paesaggi, ma anche di persone. Racconta, appunto, l'Italia della nostra gente».
I capitoli
Suddiviso in tre capitoli, il volume nella prima parte presenta alcune tratte ancora funzionanti, percorse da treni turistici o convogli di linee locali. Fra i primi un esempio emblematico è il "Trenino rosso" del Bernina, che unisce l'Italia alla Svizzera e dal 2008 patrimonio dell'Unesco. Fra le linee locali ne sono un esempio la Civitanova Marche-Fabriano che, immersa nel verde, quotidianamente congiunge piccole comunità con treni utilizzati perlopiù da lavoratori e studenti. In questa tratta il treno dalla costa arriva fino al capoluogo quasi sfiorando l'abbazia romanica di San Claudio al Chienti. Oltre Tolentino il paesaggio si inerpica tra ponti e gallerie verso San Severino Marche e Fabriano. Il secondo capitolo è un tuffo nel passato alla scoperta di linee poco utilizzate, riportate agli antichi splendori grazie all'organizzazione di treni storici. Tra queste la Subappennina Italica (Pergola-Fabriano) che nel progetto di fine Ottocento doveva collegare l'entroterra marchigiano con quello romagnolo. Oggi è attiva solo la tratta Fabriano-Pergola. Riaperta a fini turistici, la stazione di Pergola ospita treni storici che percorrono alcuni dei luoghi più affascinanti delle Marche, fra dolci colline (presso Bellisio Solfare) e improvvisi speroni rocciosi (Gola del Sasso).
Le greenways
Il terzo capitolo è incentrato sulle linee ferroviarie dismesse, circa 120 tra Nord, Sud e isole per un totale di 1.200 chilometri. Tratte ancora armate, oppure trasformate nelle cosiddette greenways, vie da fare a piedi o in bici. Tra queste la Fano-Urbino, chiusa nel 1987, ma che conserva intatte le sue infrastrutture, tra cui ponti e gallerie che la rendono unica. Merisio propone stupendi scatti alla stazione di Cuccurano e al ponte sul Metauro nei pressi di Fossombrone.
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