Vaccini, è la riscossa dei medici ma Pesaro rimane maglia nera

Vaccini, è la riscossa dei medici ma Pesaro rimane maglia nera
IL FENOMENOPESARO Un trend di crescita. Tra campagne mediatiche, testimonial e paura delle malattie il caso vaccini continua a tenere banco tenendo alto il dibattito specialmente...

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IL FENOMENO
PESARO Un trend di crescita. Tra campagne mediatiche, testimonial e paura delle malattie il caso vaccini continua a tenere banco tenendo alto il dibattito specialmente sui social. Anche nella provincia di Pesaro le percentuali di vaccinazioni stanno aumentando. Con uno scarto diverso tra distretti, perché Fano e Urbino hanno registrato l'incremento più positivo, verso le soglie del 95% fissato come obiettivo di copertura minimo dal piano nazionale dei Vaccini. Mentre Pesaro è ancora maglia nera, seppur con qualche aumento.

I raffronti
Nel 2016 l'area Vasta 1, secondo i dati del dipartimento Prevenzione, ha avuto una copertura del 91,52% per i vaccini Poliomelite, Difterite, Pertosse, Tetano, Epatite B e Hib. Fano ha toccato il 94,1%, Urbino il 93,5% e Pesaro l'87,4%. In particolare Pesaro rispetto all'anno precedente ha guadagnato un 3,4%, Fano uno 0,5% e Urbino uno 0,4%.
«Abbiamo avviato una campagna comunicativa importante ha spiegato ieri mattina a Pesaro nella conferenza stampa che si è tenuta in Municipio, Massimo Agostini, direttore del Dipartimento Prevenzione Area Vasta 1 è importante far sapere che i vaccini non hanno controindicazioni, andando a smantellare falsi miti di chi lega conseguenze come l'autismo, notizie false per cui il medico che le ha diffuse è stato radiato dall'albo. Rappresentano uno degli interventi di maggior efficacia per la prevenzione primaria delle malattie infettive, soprattutto nell'infanzia. Piuttosto una bassa copertura genera soggetti più ricettivi a prendere alcuni virus. Per questo occorre creare la consapevolezza che vaccinarsi è importante e può scongiurare epidemie».
La copertura
«Questo inverno - prosegue il dirigente sanitario - abbiamo sentito parlare molto di ricoveri da morbillo. Non è una malattia banale, può portare a conseguenze sull'udito, sulla respirazione, encefaliti. Una copertura da morbillo può garantire che anche chi non è vaccinato non subisca l'ondata del virus. E infatti dopo epidemie quadriennali, la malattia è stata limitata. Stiamo recuperando terreno in questo territorio, molto vicino a quello di Rimini dove sacche di antivaccinisti hanno diffuso false convinzioni che hanno portato a una disaffezione verso la prevenzione. Ma ora stiamo recuperando e i dati sono positivi, Per quanto riguarda il morbillo-parotite-rosolia, secondo i dati elaborati da Marco Pompili, supporto tecnico alla progettazione e organizzazione di studi epidemiologici ed eventi di educazione alla salute, la percentuale di vaccinati è cresciuta a Pesaro dal 62,74% del 2014 al 72,80%. A Fano dall'82,2% all'85,31% e a Urbino dall'83,2% all'89,9%.
La meningite

Altro caso il meningococco, responsabile di meningiti. Su questo aspetto è intervenuto Marco Monaldi, dirigente dell'unità operativa Vaccinazioni: «I casi di cronaca della Toscana hanno spinto la popolazione a vaccinarsi. Abbiamo assistito a gente in coda per farlo. Un ripensamento importante. Ma solo ex post. Bisogna far crescere la consapevolezza che la copertura di gregge possa essere una barriera protettiva affinchè il virus non crei epidemie. Come successo anche a Pescara e Milano».
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Corriere Adriatico