«Buon compleanno alla mia fantastica moglie. Grazie per esserti unita a me in questa avventura! Con amore Harry». I teneri auguri social del principe Harry alla moglie...
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NON PIÙ DI DUE FIGLI PER TUTELARE L'AMBIENTE
Il principe Harry e la sua consorte Meghan, che a maggio ha dato alla luce il piccolo Archie, non prevedono di avere in tutto più di due figli. Lo ha detto a sorpresa lo stesso duca di Sussex, intervistato dall'accademica e ambientalista Jane Goodall per il numero di settembre di Vogue Uk: un'edizione speciale affidata come direttore ospite proprio a Meghan Markle e dedicata in particolare ad esaltare le figure di donne simbolo del «cambiamento», tutte d'ispirazione liberal. Il principe ha lasciato intendere di essere arrivato a questa decisione - diversa evidentemente da quella del fratello maggiore William, che con la moglie Kate ha già avuto 3 bambini, per non parlare della regina Elisabetta, sua nonna, che di figli ne ha avuti 4 - per contribuire a preservare il pianeta. Ha spiegato di essersi sempre posto il problema della tutela dell'ambiente, ma di averne «ora una visione diversa» in veste di padre e di persona che «spera di avere dei figli». «Non troppi», ha suggerito la Goodall.
«Due al massimo», ha tagliato corto lui, aggiungendo di guardare al pianeta come a uno stagno «nel quale noi siamo le rane e l'acqua è già in ebollizione». Toccando altri temi sensibili, il secondogenito di Carlo e Diana ha poi rivolto un messaggio contro il razzismo e i pregiudizi, diretto forse in qualche modo a quei tabloid della destra britannica che da mesi non perdono occasione di prendere di mira sua moglie, di origine afroamericana per parte di madre. Harry ha denunciato «il pregiudizio inconsapevole» come «qualcosa che troppa gente non comprende» neppure di avere. Un atteggiamento che possiamo aver «appreso dalle vecchie generazioni, dalla pubblicità, dall'ambiente che ci circonda», ha notato. E che è destinato a condurre direttamente «al razzismo» - ha denunciato - «a meno che noi non riconosciamo di essere parte d'un circolo vizioso e non lo combattiamo».
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Corriere Adriatico