Pavlina, in aula l’accusa più atroce: ma lei è impassibile di fronte alla Corte d'Assise

Pavlina, in aula l’accusa più atroce: ma lei è impassibile di fronte alla Corte d'Assise
SERVIGLIANO  - È parsa impassibile, di fronte alla Corte d’assise di Macerata, ieri mattina, Pavlina Mitkova, la donna accusata di omicidio volontario aggravato...

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SERVIGLIANO  - È parsa impassibile, di fronte alla Corte d’assise di Macerata, ieri mattina, Pavlina Mitkova, la donna accusata di omicidio volontario aggravato ai danni della figlia Jennifer, uccisa la notte dell’8 gennaio 2020. Primo atto del processo per la 38enne di origine bulgara. Rigettata in apertura la richiesta della difesa di valutare l’incapacità processuale della donna.

 

 


Il presidente della Corte si è riservato invece di decidere sulla richiesta di nominare dei periti sui rilievi effettuati nell’appartamento della tragedia da vigili del fuoco e forze dell’ordine. Ieri sono stati sentiti i primi 3 testimoni chiamati dalla Procura ed è stato stilato un calendario delle prossime udienze. Il 23 giugno toccherà testimoniare ad Ali Krasniqi, il 41enne di origini kosovare, marito di Pavlina e padre della bambina assassinata. Proprio ieri il pm ha notificato l’archiviazione dell’uomo da ogni accusa, come persona estranea ai fatti. Nel corso della prima udienza sono state analizzate intercettazioni telefoniche, le celle telefoniche agganciate dal telefono di Ali e le immagini di videosorveglianza che lo riprendono allontanarsi da Servigliano prima dell’ora presunta in cui la bambina sarebbe stata soffocata in casa.

«Tengo a ringraziare le forze dell’ordine per tutto il lavoro che hanno svolto per cercare la verità su mia figlia. Un sentito ringraziamento anche al sindaco di Servigliano, Marco Rotoni, per l’affettuosa vicinanza che ha dimostrato alla nostra famiglia», ha detto ieri Krasniqi, assistito dall’avvocato Maria Cristina Ascenzo, fuori da palazzo di giustizia. A difendere la Mitkova sono gli avvocati Gian Marco Sabbioni ed Emanuele Senesi. Alla terza udienza, programmata per il 30 giugno, sarà chiamata a testimoniare anche la criminologa Roberta Bruzzone, chiamata come consulente di parte dalla difesa. L’esperta ha incontrato nei mesi scorsi in carcere la donna.



Sempre il 30 sarà anche il turno di medici legali ed anatomopatologi che hanno effettuato l’autopsia sul corpo della povera Jennifer. Un ruolo decisivo, il loro, perché proprio l’accertamento dell’ora e della modalità del delitto ha costituito un elemento determinante per formulare l’accusa di omicidio nei confronti della madre. Dopo le udienze estive, il processo riprenderà a settembre, con ogni probabilità entro l’autunno il verdetto.

 

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Corriere Adriatico