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SANT’ELPIDIO A MARE - La storia delle ultime elezioni comunali potrebbe essere riscritta da quattro schede. O almeno, è un film che potrebbe essere girato nuovamente. Fabiano Alessandrini ha spiegato ieri mattina, insieme all’avvocato Claudio Brignocchi, le ragioni che lo hanno spinto a presentare ricorso al Tar Marche sul risultato del primo turno a Sant’Elpidio a Mare.
Le urne lo hanno tagliato fuori dal ballottaggio per un solo voto di differenza da Gionata Calcinari, 2300 contro 2299. Non è stato lui a sfidare Alessio Pignotti, poi diventato sindaco il 26 giugno scorso. Ora la parola passa al Tar, che ha fissato l’udienza per il 12 ottobre e chiesto al Comune di produrre gli originali delle schede elettorali al centro del ricorso. Per l’ex candidato sindaco del centrosinistra è stato «un atto per dovere di verità, un gesto di rispetto verso gli elettori e i candidati.
Le opzioni
Se il Tar darà ragione ad Alessandrini, si tornerà a votare, ma solo per il ballottaggio, ma Alessio Pignotti se la vedrà con lui, anziché Gionata Calcinari. Il Tar dovrebbe andare subito a sentenza, dopo l’udienza di ottobre. Poi ci sarà tempo per un eventuale verdetto e per presentare ricorso in Consiglio di Stato.
La posizione
Secondo l’avvocato Brignocchi, «non ci sono presupposti per chiedere il riconteggio integrale. Chiediamo di visionare le schede contestate messe a verbale. Ne sono 4 e a nostro avviso ci sono elementi significativi per correggere la valutazione effettuata ai seggi, che ha visto l’assegnazione di 3 voti a Calcinari e l’annullamento di uno ad Alessandrini. Basta che ne venga accolta anche una sola e si ribalterebbe il risultato, perché a parità di voti andrebbe al ballottaggio Alessandrini che ha la cifra elettorale (cioè la quantità di voti di lista) più alta. Abbiamo notificato il ricorso il 3 agosto al Comune, al sindaco eletto ed all’altro candidato. Avranno 15 giorni di tempo per costituirsi e depositare le loro deduzioni». La causa si gioca sulle schede votate alle sezioni 9, 11, 12 e 14, una a Luce Cretarola, due a Casette d’Ete, una a Cascinare. In un caso si contesta l’assegnazione del voto a Calcinari per un segno poco chiaro, una sorta di spirale anziché una croce. Nel secondo è stato dato buono un voto con una croce barrata sotto e non dentro lo spazio col nome e i simboli del candidato di centrodestra. Altra scheda contestata, una in cui era scritto “Meloni” a fianco al simbolo di Fratelli d’Italia (in lista era candidato un nome simile, Meconi). Infine, una scheda annullata in cui c’era una al Pd e al consigliere Romanelli e la scritta “Calcinaro” accanto ad uno dei simboli del centrodestra.
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