SANT'ELPIDIO A MARE - Parole, rabbia, proteste, mani alzate per chiedere spiegazioni, speranze sempre più flebili. E' stata una riunione animata, quella tenuta...
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Riparte dal principio, il primo cittadino, dalla lettura dei requisiti inseriti nel bando.
"C'è stata un'impostazione generale totalmente sbagliata - protestano da subito i presenti - sono stati adottati criteri che non erano quelli adeguati ad un evento alluvionale". "Perché non avete vigilato quando è uscita la delibera regionale lo scorso luglio?" Al comandante della polizia municipale Stefano Tofoni alcuni imputano di non aver emesso all'epoca ordinanze di sgombero o inagibilità, che avrebbero permesso di avere la priorità in graduatoria. "Col senno di poi, alla prossima emergenza dovrei sgomberare tutti - ha puntualizzato il comandante - In quel momento abbiamo valutato caso per caso ed emesso quei provvedimenti che ritenevamo indispensabili per motivi di sicurezza. Ho esaminato tutte le carte in modo esclusivamente tecnico". Il dibattito si trasforma in uno scontro tra chi ha avuto ristoro e chi nulla. A sollevare la rabbia di molti, in particolare, il caso di un'impresa individuale risarcita con oltre 60.000 euro per un'auto distrutta dal fango. "Ci sono famiglie che hanno perso tutto e non hanno avuto nulla, come si può sopportare una scelta del genere?"
Tra i residenti di Casette d'Ete c'è anche chi ormai ha messo una pietra sopra quel maledetto 2011. "Ormai in un modo o nell'altro ci siamo rialzati. Investite risorse per fare in modo che una cosa del genere non accada più, il fiume è ancora pericoloso, le manutenzioni sono state sbagliate". Il sindaco Terrenzi spera nello scorrimento della graduatoria. "E' avanzato mezzo milione di euro, che abbiamo chiesto vengano assegnati ai residenti. Potrebbero esserci altri 164.000 euro, relativi ad alcuni fondi assegnati con ordinanze successive o precedenti al 2011, che a nostro avviso vanno controllate. Credo ci siano anche nominativi ammessi al finanziamento che probabilmente non riusciranno a prendere i soldi, perché vanno documentati tutti i lavori fatti e le spese sostenute".
"Speriamo si abbassino i massimali, in modo che più famiglie riescano a prendere qualcosa". All'incontro anche alcuni non elpidiensi, come i referenti di aziende dell'altro Ete, quello vivo, danneggiati anche loro nel 2011: "Siamo stati rovinati da decenni d'incuria. Basterebbero 3 milioni di euro in più per dare ristoro a chi è rimasto fuori dalla lista, non parliamo di cifre enormi. Se c'è la volontà politica, quei soldi si trovano". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico