I residenti contro la "banda dello skate": «Ragazzini scatenati, danneggiano tutto»

Porto Sant'Elpidio, i residenti contro la "banda dello skate": «Ragazzini scatenati, danneggiano tutto»
PORTO SANT’ELPIDIO - Locali chiusi, spiagge vietate e niente ballo la sera. Cosa s’inventano allora i ragazzi? Altro per divertirsi, ovvio. Ma a volte il divertimento...

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PORTO SANT’ELPIDIO - Locali chiusi, spiagge vietate e niente ballo la sera. Cosa s’inventano allora i ragazzi? Altro per divertirsi, ovvio. Ma a volte il divertimento diventa violento e si finisce per danneggiare il bene pubblico. È quanto sta accadendo da due mesi a Porto Sant’Elpidio e la denuncia arriva dai residenti del centro. Cittadini di tutte le età che parlano di quella che viene definita “la banda dello skateboard”.


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Così i residenti di via Battisti, Principe Umberto e piazza Garibaldi hanno ribattezzato la decina di ragazzi tra i 16 e i 20 anni che si divertono sulle loro tavole a rotelle senza rendersi conto dei danni che fanno e senza pensare che potrebbero prendersi una bella multa. Magari appena sarà pronto lo skate park a Lido Tre Archi andranno lì a coltivare la loro passione; intanto, non essendoci a Porto Sant’Elpidio un luogo del genere, ma panchine, marciapiedi e strade facilmente percorribili con lo skate, tutto senza barriere architettoniche, isola pedonale, l’occasione è ghiotta. I residenti però, sono esasperati, qualcuno ha cominciato a fotografarli. Inconsapevoli probabilmente dell’impatto negativo delle loro azioni. 
 

E c’è chi arriva a chiedere al sindaco Nazareno Franchellucci di vietare l’uso della tavola. Lo scorso 30 giugno si era interessato della problematica anche l’assessore alla sicurezza Vitaliano Romitelli, quando in via Battisti una panchina in cemento risultò danneggiata. Subito vennero informati i carabinieri e si sono avviate le indagini per risalire agli autori del danneggiamento. In centro ci sono le telecamere e arrivare a loro non dovrebbe essere così difficile, tanto più che continuano tutti i giorni a divertirsi così, dal tardo pomeriggio fino a dopo la mezzanotte. «Sono agguerriti e devastano tutto; ci vanno con cattiveria e la situazione va sempre peggiorando» confida una donna. «Si accaniscono sulle panchine e sui marciapiedi» aggiunge il marito della signora. Un commerciante ci accompagna per le vie del centro, vuole farci vedere le zone più bersagliate, in via Marinai d’Italia, in piazza Garibaldi, in via Battisti, sul lungomare centro fino alla Quadrata. «Non è possibile questo scempio» dice. Un pensionato di quelli che circolano sempre in centro città fa una proposta: «lo skateboard è un gioco per bravi ragazzi - ammette - per quei giovani che pensano a divertirsi e si tengono in forma, ma a Porto Sant’Elpidio la tavola è usata come un’arma impropria, dilaga la mania di distruzione, il sindaco dovrebbe intervenire e vietare lo skate perché qui ad usarlo sono soltanto i ragazzacci, quelli che spaccano tutto».


I vandali non rappresentano una novità, a Porto Sant’Elpidio come in altri posti, ma con il coronavirus e il lockdown la voglia di sfasciare sembra essere in aumento. Un trend che va di pari passo con la noia che cresce, dovuta alla mancanza di spazi e di progetti che impegnano i giovani in qualcosa che a loro piace. La riviera elpidiense ha più volte fatto i conti con il vandalismo, danni agli chalet, mezzi comunali imbrattati con le bombolette spray, staccionate di legno dei parchi divelte, giochi dei giardinetti rotti, scuola media allagata. Ogni Comune ha i suoi vandali. A Porto San Giorgio l’emergenza è sempre in centro, tra viale della Vittoria, dietro la Bambinopoli e sul lungomare Gramsci. A Fermo quest’inverno i pompieri hanno addirittura dovuto rimediare ad una pericolosa fuoriuscita di gas in piazza del Popolo perché dei minorenni avevano strappato con forza un tubo. Con lo skateboard è un po’ diverso, però. La sensazione è che si tratti davvero di una situazione risolvibile con poco. L’idea è che questi ragazzi abbiano scambiato via Marinai d’Italia e le zone limitrofe per uno skate park ma così non è. Più che carabinieri, sindaco e telecamere in questo caso dovrebbero subentrare i genitori. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico