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PORTO SANT’ELPIDIO - Si è chiuso un capitolo e si apre una strada in via Martiri delle Foibe. Finalmente i residenti cantano vittoria, cominceranno i lavori su quella strada di campagna che deve diventare transitabile e sicura, con illuminazione, marciapiede e spazi adeguati. Il contenzioso tra il pubblico e il privato su un’area da espropriare per allungare e allargare la via si protrae da 5 anni, con la proprietà che non voleva cedere parte del terreno per far avviare le opere d’utilità pubblica. C’erano stati corsi e ricorsi finché il tribunale ha dato ragione al Comune. La vicenda finirà in Consiglio mercoledì e sarà l’ultimo atto, poi partiranno i lavori.
«In Consiglio c’è l’ultimo passaggio per la parte urbanistica e la definizione dell’esproprio - dice il sindaco Nazareno Franchellucci -: conclusa questa fase l’Ufficio tecnico avvierà immediatamente la pratica alla Stazione unica appaltante di Fermo perché i soldi sono stanziati da diversi anni per la gara d’appalto e per individuare la ditta e poter eseguire i lavori».
Oltre all’asfalto si tratterà di illuminare a dovere, con dieci punti luce sul lato ovest soggetto ad ampliamento, e da realizzare i sottoservizi: rete idrica, del gas, elettrica, telefonica, fognaria. Genni Baiocchi, che era stata pure investita su quella strada otto anni fa, rappresenta i residenti che avevano manifestato per far partire i lavori quando l’amministrazione era sotto il giogo del privato, che aveva fatto ricorso. «Dopo il passaggio in Consiglio dovrà esserci un’altra gara d’appalto - dice Baiocchi - mi auguro che per Natale partano i lavori, faremo una grande festa quel giorno». Sono 24 gli appartamenti che insistono su quella strada, costruiti senza le opere di urbanizzazione. L’iter per realizzarle era partito nell’ottobre 2016 con l’approvazione del progetto di fattibilità in giunta. A dicembre dello stesso anno l’amministrazione approvava il progetto definitivo e avviava la procedura espropriativa per 295mila euro.
L’oggetto del contendere è un’area di 2.575 mq che il Comune avrebbe voluto comprare a 75mila euro mentre la proprietà ne chiedeva 125mila. La Commissione degli espropri in Provincia fissò la quota del giusto indennizzo a 113mila euro. Progeco Costruzioni Generali avrebbe dovuto eseguire i lavori, che furono stoppati per il contenzioso. In 1° grado davanti al Tar il Comune avrebbe potuto espropriare ma la proprietà impugnò la sentenza, con il Consiglio di Stato che annullò la procedura. L’iter fu riavviato e ora siamo alle battute finali Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico