PORTO SANT’ELPIDIO - Si è chiuso un capitolo e si apre una strada in via Martiri delle Foibe. Finalmente i residenti cantano vittoria, cominceranno i lavori su quella strada di campagna che deve diventare transitabile e sicura, con illuminazione, marciapiede e spazi adeguati. Il contenzioso tra il pubblico e il privato su un’area da espropriare per allungare e allargare la via si protrae da 5 anni, con la proprietà che non voleva cedere parte del terreno per far avviare le opere d’utilità pubblica. C’erano stati corsi e ricorsi finché il tribunale ha dato ragione al Comune. La vicenda finirà in Consiglio mercoledì e sarà l’ultimo atto, poi partiranno i lavori.
«In Consiglio c’è l’ultimo passaggio per la parte urbanistica e la definizione dell’esproprio - dice il sindaco Nazareno Franchellucci -: conclusa questa fase l’Ufficio tecnico avvierà immediatamente la pratica alla Stazione unica appaltante di Fermo perché i soldi sono stanziati da diversi anni per la gara d’appalto e per individuare la ditta e poter eseguire i lavori». Sarà approvata la variante con il progetto definitivo. L’approdo in Consiglio arriva dopo il parere favorevole della Provincia. Il progetto prevede il prolungamento della strada fino a via XX Settembre, la carreggiata si allarga fino a 3,5 metri, con doppio senso, e si allunga fino a 10 metri. Tirano un sospiro di sollievo i residenti che avevano organizzato varie manifestazioni di protesta.
Oltre all’asfalto si tratterà di illuminare a dovere, con dieci punti luce sul lato ovest soggetto ad ampliamento, e da realizzare i sottoservizi: rete idrica, del gas, elettrica, telefonica, fognaria.
L’oggetto del contendere è un’area di 2.575 mq che il Comune avrebbe voluto comprare a 75mila euro mentre la proprietà ne chiedeva 125mila. La Commissione degli espropri in Provincia fissò la quota del giusto indennizzo a 113mila euro. Progeco Costruzioni Generali avrebbe dovuto eseguire i lavori, che furono stoppati per il contenzioso. In 1° grado davanti al Tar il Comune avrebbe potuto espropriare ma la proprietà impugnò la sentenza, con il Consiglio di Stato che annullò la procedura. L’iter fu riavviato e ora siamo alle battute finali