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PORTO SANT’ELPIDIO - Medici in pensione e nessun rimpiazzo. Risultato: file interminabili fuori dal poliambulatorio di via della Montagnola. Gente al freddo, con il numeretto in attesa come davanti al bancone del supermercato. Aspettano il turno e possono passare ore. Una situazione con la quale si trovano a fare i conti gli assistiti rimasti senza medico di base da prima di Natale.
Una situazione eccezionale che diventa prassi regolare dato che è passato quasi un mese. Come se non bastasse il Coronavirus a complicare tutto, la disorganizzazione nella sanità sta toccando il punto di non ritorno.
Arrivano le segnalazioni per i disservizi. «È gravissimo quanto sta accadendo – dice Rosanna Vittori – ne sono stata diretta testimone stamattina (ieri, ndr) con me c’erano tante persone. È giusto denunciare sulla stampa perché non può verificarsi questo in un Paese civile».
Una ragazza spiega che «c’è un solo dipendente e per le analisi bisogna presentarsi alle 7, prendere il numero e rimanere in attesa». Le persone sono disorientate, «speriamo in un rapido intervento risolutore perché la situazione è insostenibile» avverte una giovane mamma in fila con il bimbo. Ma «la situazione non si risolverà mai» evidenzia a sua volta Bruno Nepi del comitato per la sanità del Fermano: «Il concorsone 2019 per gli amministrativi non è stato fatto e quindi non assumono. Non ci sono neanche le unità amministrative agli sportelli per rispondere agli utenti. Abbiamo seimila persone senza medico al momento e non c’è digitalizzazione, niente si fa online». Nepi critica Licio Livini, direttore dei distretti di Porto San Giorgio e Porto Sant’Elpidio, e Roberto Grinta direttore d’Area vasta che ha preso il posto di Livini. «L’assessore regionale Filippo Saltamartini dovrebbe muoversi».
Il comitato ha anche scritto al prefetto Vincenza Filippi: «La situazione sta esplodendo e si possono creare problemi di ordine pubblico - rimarca Nepi - speriamo che il prefetto ci riceva, vogliamo dirle cosa sta succedendo. Al pronto soccorso sono rimasti solo due medici. È un’emergenza. Si dovrebbe attivare la Croce Rossa con medici e infermieri della sanità militare. E se non fanno i concorsi subito la questione non si risolverà prima di un anno». Giuseppe Diomedi, del comitato, chiosa: «In questo momento l’emergenza Covid è la scusa. Non è stato fatto niente per i problemi in questo campo».
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Corriere Adriatico