Martellate alla testa di un cinquantenne: il ferito è al Murri, fermato l’aggressore. ​C’è l’ipotesi della violenza per gelosia

Martellate alla testa di un cinquantenne: il ferito è al Murri, fermato l’aggressore. C’è l’ipotesi della violenza per gelosia
PORTO SANT’ELPIDIO  - Preso a martellate in testa, un cinquantenne ricoverato all’ospedale Murri di Fermo. Bloccato l’aggressore, un coetaneo. Entrambi sono...

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PORTO SANT’ELPIDIO  - Preso a martellate in testa, un cinquantenne ricoverato all’ospedale Murri di Fermo. Bloccato l’aggressore, un coetaneo. Entrambi sono italiani e residenti a Porto Sant’Elpidio e a quanto risulta, in base alla dinamica dei fatti, si conoscono. All’origine dell’aggressione ci sarebbero motivi di gelosia.

 
Questo, almeno, riferisce un conoscente della vittima che ha assistito alla scena. Tutto si è svolto sul lungomare centro, in via Trieste, tra gli chalet da un lato e i locali bar e pasticcerie dall’altro. Lì, sulla passeggiata, intorno alle 17, con gli ultimi bagliori del giorno, un uomo in bici si è accostato imprecando a un altro che stava passeggiando tranquillamente diretto dalla pineta verso sud, per poi colpirlo con un martello. La ferita è profonda perché il colpo sarebbe stato inferto con violenza. Non appena colpito, l’uomo è stato soccorso dal personale medico e dai volontari della Croce Verde arrivati con l’automedica e l’ambulanza del 118. E’ riuscito a fare pochi passi prima di accasciarsi a terra.


Il martello usato è da carpentiere, sembra uno strappachiodi, riconoscibile perché ha una forma particolare, da un lato ha la testa tonda e dall’altro due punte. Ebbene, proprio con queste punte l’aggressore avrebbe colpito la vittima, con il chiaro intento di fare più male possibile. Per questo la ferita è profonda. Sono intervenuti immediatamente i carabinieri a sirene spiegate che hanno fermato l’aggressore mentre la vittima veniva caricata sulla barella e curata prima di essere trasportata al pronto soccorso. Tutto si è svolto sotto gli occhi atterriti dei passanti, qualcuno dei quali dice di aver capito le parole che stava gridando l’uomo in bici prima di raggiungere la vittima.


«Gli urlava “Mi hai rovinato la vita”» racconta un passante che ha assistito a tutta la scena. Per ora le indagini sono a tutto campo, un’aggressione magari per futili motivi, con conseguenze impossibili da prevedere sia per l’uomo colpito alla testa che per l’individuo che è stato accompagnato in caserma. Rischia anche l’accusa di tentato omicidio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico